«Mattarei ora alzi gli stipendi nelle coop» 

Dopo l’aumento del suo compenso, sindacati e politici invitano la presidente a rinnovare i contratti bloccati da anni



TRENTO. Per Marina Mattarei non c’è nessun aumento del compenso, anche se il cda su sua proposta ha deliberato per la presidente della Federazione della Cooperazione un’indennità annua di 135 mila euro lordi mentre il predecessore prendeva 100 mila euro lordi. La nuova presidente ha motivato questa differenza con il fatto che lei lavorerà a tempo pieno in via Segantini, diversamente da Fezzi. Ma sono in molti, sia nel mondo della politica che in quello del sindacato, a evidenziare che comunque un aumento c’è, del resto la matematica parla chiaro.

Questo non vuol dire che l’indennità non sarà meritata. Anzi, in molti plaudono alla scelta di lavorare a tempo pieno per la Cooperazione. Il segretario della Cgil Franco Ianeselli prende l’aumento del compenso come un segnale di ripresa e invita ad aumentare anche gli stipendi dei dipendenti della Cooperazione. «Un'ottima notizia l'immediato aumento di indennità da 100 mila a 135 mila euro per la nuova presidente Cooperazione trentina, eletta al motto di "sobrietà sobrietà". Significa che la crisi è finita e aspettiamo subito aumenti di stipendio per tutti i lavoratori delle coop trentine. Se chi è al vertice propone e ottiene di rivedere al rialzo la propria indennità, allora, per me, è il segnale che ci sono ampi spazi per riaprire la discussione anche sulle retribuzioni di tutti i lavoratori e le lavoratrici del mondo della cooperazione, i cui stipendi, in alcuni settori in particolare, sono bassi e hanno bisogno di essere aumentati. E' una questione di coerenza». Anche il segretario della Cisl Lorenzo Pomini sottolinea questo punto: «La Mattarei usi la stessa sensibilità che ha mostrato verso se stessa anche nei confronti dei dipendenti. I lavoratori delle coop sociali e quelli delle cantine sociali sono da 10 anni senza contratto integrativo. Convochi i sindacati e inizi un confronto su questo». Walter Alotti della Uil rincara la dose: «Il "nuovo corso" riparte dal "vecchio compenso". Sorprende non poco. Soprattutto perché scaturita a valle di una campagna "elettorale" centrata certamente sulla moralità e fondata sul ritorno ai principi di servizio ed etici della cooperazione, che Mattarei affermava si fossero smarriti con le presidenze del nuovo secolo. Amaramente non possiamo non verificare, ancora una volta, che le strade del "nuovismo", che promuovono etica e moralita', si dimostrano spesso lastricate di vano moralismo e strumentale opportunismo politico».

Anche Claudio Cia, consigliere provinciale di Agire critica la nuova presidente: «Mentre l’indennità dei vertici cooperativi viene ritoccata al rialzo, nel frattempo non vanno dimenticate quelle realtà della cooperazione che hanno lasciato a casa decine di dipendenti. Purtroppo la sobrietà non è qualcosa che può essere predicata, ma va praticata». Anche Elisabetta Bozzarelli del Pd attacca su Twitter lanciando un hashtag riferito al compenso: «#Equochi?»













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