Martiri foibe, sparita la lapide

Ignoti l’hanno spezzata e sottratta. Dure le reazioni del mondo politico e della società civile



TRENTO. È stata divelta e sottratta, probabilmente nel corso della notte tra domenica e ieri, la lapide che nei giardini di largo Pigarelli a Trento, davanti a palazzo di giustizia, ricordava i martiri delle foibe. Sull'asportazione sta indagando la Digos, ma per ora non vi sono state rivendicazioni. Intanto si susseguono le reazioni sdegnate del mondo politico e della società civile. «Un gesto vile e odioso - afferma il governatore Ugo Rossi - tanto più grave considerando che è avvenuto a ridosso del Giorno del ricordo, solennità civile nazionale istituita per rinnovare la memoria di una tragedia immane patita dai nostri connazionali nel secondo dopoguerra. Se l'intento è quello di alimentare divisioni e strumentalizzare la storia per bassi fini, possiamo affermare con certezza che fallirà». «Mi auguro - ha aggiunto il presidente Rossi - che gli inquirenti facciano luce al più presto su questo episodio, che è riprovevole qualunque ne sia la matrice, e assicurino alla giustizia i responsabili».

Dure anche le parole del sindaco di Trento, Alessandro Andreatta: «Si tratta di un atto ignobile che, a due giorni dal Giorno del Ricordo, colpisce la nostra pietà e la doverosa memoria di uno dei più grandi crimini del Novecento europeo. È triste dover constatare che ancora oggi, secondo alcuni, esistono dei crimini buoni e dei crimini cattivi, è desolante vedere come la verità storica e il dolore di tanti familiari vengano negati e offesi per motivi strumentali e ideologici». Continua il primo cittadino: «Di sicuro noi celebreremo comunque il Giorno del Ricordo e deporremo la corona in Largo Pigarelli come previsto. Perché la commemorazione dei crimini che insanguinarono soprattutto la Venezia Giulia e la Dalmazia dopo l'8 settembre 1943 è un obbligo morale». La targa verrà ripristinata oggi.

Parla di «gesto ignobile» Roberto De Bernardis, presidente del Comitato provinciale di Trento dell'Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia: «Non possiamo che esprimere il nostro sdegno e la condanna più ferma di fronte a questo atto di disprezzo della storia, della sofferenza, dell'umanità delle tante vittime italiane che nelle vicende del confine orientale hanno visto calpestati i diritti umani, alla vita e i legami familiari e che solo in questo ultimo decennio hanno potuto veder documentati negli studi storiografici e nelle commemorazioni ufficiali le verità per decenni sottaciute». Quest'anno - aggiungeDe Bernardis - ricorre anche il settantesimo della prima strage impunita dell'Italia del dopoguerra, quella avvenuta a Pola il 18 agosto del 1946 sulla spiaggia di Vergarolla, affollata per una manifestazione natatoria della società sportiva "Pietas Julia", provocata dall'innesto da parte dei servizi segreti di Tito delle mine, (che erano state rese inoffensive), accumulate su quella riva, provocando più di cento morti e centinaia di feriti e dispersi, quale preludio alla spinta all'esodo della popolazione italiana che avvenne all'atto del trattato di pace di Parigi il 10 febbraio 1947».

Interviene anche Sandro Schmid, presidente dell’Anpi del Trentino: «Strappare la lapide del “giorno del ricordo” è un’azione che va nettamente condannata. Così come è da condannare chi cerca ancora di strumentalizzare la storia per scopi ideologici e contrapposizioni violente. Da un lato un’estrema destra che strumentalizza le vittime delle foibe solo in chiave anticomunista, dall’altro un negazionismo che si dichiara di sinistra che minimizza il problema o lo giustifica solo come risposta ai crimini nazifascisti sulle popolazione slave. La storia va raccontata tutta, con le sue luci e le sue ombre».

Rodolfo Borga prende la parola a nome della Civica Trentina, la quale «nel condannare fermamente quanto accaduto, è tra coloro che non scordano l'immane tragedia che ha colpito tanti nostri connazionali». «Sui soliti siti internet - aggiunge - si preannunciano le ormai consuete manifestazioni finalizzate ad impedire con la forza la commemorazione delle migliaia di assassinati e delle centinaia di migliaia di profughi Istriani, Giuliani e Dalmati, vittime dell'odio ideologico e della volontà espansionista dei partigiani comunisti titini».

Intanto in una nota la Rete contro i fascismi di Trento annuncia per oggi, alle 18.30, una manifestazione davanti alla facoltà di Sociologia per protestare contro le commemorazioni delle vittime delle foibe da parte di CasaPound e Fratelli d'Italia. «È doveroso mobilitarsi - si legge nel comunicato - per gridare il proprio sdegno contro gli zombie nazionalisti che, ancora una volta, usano il giorno del ricordo per propagandare contenuti volti a disgregare le nostre comunità».(l.m.)













Scuola & Ricerca

In primo piano