Martinelli, l’alpino dei record: da 18 anni il primo all’Adunata 

Partirà da Moncalieri col camper per arrivare il 27 aprile «Un caffè e un bicchiere per tutti, mi piace stare con la gente»


di Sandra Mattei


TRENTO. Sta scaldando il motore del camper, Ivano Martinelli, per non mancare nemmeno quest’anno all’appuntamento con l’Adunata nazionale degli alpini, a Trento. Come lui sono in centinaia di migliaia, ma l’artigliere che ha fatto la naia a Belluno e che ha 73 anni e da 39 non si perde un’Adunata nazionale, ha un record personale. Quello di essere il primo ad arrivare nella città che ospita l’evento. «Arriverò a Trento il 27 aprile - annuncia Martinelli - e con questa adunata sarà la diciannovesima volta che mi presento con 15 giorni di anticipo sulla data stabilita».

Originario di Ferrara e naturalizzato piemontese da quasi sessanta, Ivano Martinelli afferma di sentirsi un cittadino del mondo: «Ho lavorato 9 anni a Bolzano e ho vissuto anche a Trento, della quale ho un bellissimo ricordo. Erano gli anni Settanta, in cui si lavorava bene, io stavo nel quartiere di Madonna Bianca e ho visto la costruzione delle Torri. Ma io mi trovo bene con tutti e, pur rappresentando il gruppo alpini di Moncalieri, sfilerò con le penne nere siciliane». Non sappiamo se lo dica per scherzo o per davvero, ma l’artigliere Ivano è così: gentile nei toni e sempre con la battuta pronta.

Ma cosa farà al suo arrivo a Trento? «Io sono sempre il primo ad arrivare - risponde - perché parto con il mio camper Arca e con il Califfo agganciato sul retro, per prendermela con calma. Mi piace offrire da mangiare e da bere alla gente che incontro. Lei cosa preferisce, il cervo o il capriolo?».

Ci spiega che il suo inseparabile Arca è attrezzato con ogni ben di dio: «Non faccio solo carne, sa? Se vuole preparo anche del pesce. Si figuri, sono figlio di pescatori, di Berra, per l’esattezza. Mentre mia moglie è di Comacchio e cucina anguille, acciughe sott’olio favolose, ma offro anche caffè e fiori alle signore e caramelle ai bambini». Chiediamo se sa già dove sosterà con il camper.

«Cercherò un piazzale, magari vicino ad un distributore o chiederò ospitalità ad un privato. Difficile che mi dicano di no. Con chi mi ospita si fa amicizia, si mangia insieme. È questo il vero spirito dell’Adunata, il gusto di trovarsi insieme, di stare con la gente, di condividere una fetta di salame e un bicchiere di vino. In realtà, in passato facevo da mangiare per decine di persone, ma ora faccio un po’ più fatica ed ho ridotto le dimensioni del tavolo che ho nel camper. Una volta andavo alle Adunate anche con la famiglia, ma ora mia moglie non se la sente ed i “bambini” sono cresciuti». Martinelli ha tre figli e due di loro hanno seguito la passione paterna, uno arruolandosi negli alpini, l’altro nella Folgore. «Sono stato per 19 anni - sottolinea - vice capogruppo della sezione di Moncalieri ed ho dato l’anima per le penne nere. Sono come il primo amore e alcune amicizie rimangono nel tempo».

Ad Ivano daranno una mano, nei 15 giorni di attesa dell’Adunata dall’11 al 13 maggio, alcuni suoi amici che arriveranno da varie città. «La mia porta sarà aperta a tutti - assicura Martinelli - dal sindaco (ne ha già incontrati altri, da Gentilini l’ex sindaco di Treviso a Dipiazza di Trieste, ndr.) ai cittadini comuni. Basta che ci si ubriachi, e poi tutti sono ben accetti».

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