Maltempo, Fugatti avvia la raccolta fondi 

Affollata riunione in Provincia con le categorie economiche e sociali per mettere a punto le vie più brevi per poter compensare i danni subiti



TRENTO. Da lunedì chi vorrà dare una mano a quanti hanno subito i danni dell’eccezionale ondata di maltempo lo potrà fare. Come? Con una raccolta fondi dedicata che si gioverà di un conto corrente ad hoc: come è già avvenuto in passato, anche a supporto di interventi di ricostruzione fuori dal Trentino. Sono già diversi i privati hanno segnalato alle proprie associazioni la volontà di dare una mano e la stessa disponibilità è venuta dalle rappresentanze dei lavoratori.

Questa è stata la prima buona notizia che il presidente della Provincia Maurizio Fugatti ha confermato ieri ad un’affollata platea di rappresentanti della categorie economiche e sociali: la riunione nel Palazzo di piazza Dante era stata conovocata per mettere a punto le vie più brevi per compensare i danni subiti.

L’idea è quella di muoversi seguendo in linea di massima lo schema applicato l'estate scorsa a Moena, con qualche correttivo richiesto dalle categorie economiche per rendere l'intervento più efficace oltre che di facile accesso. Accanto a ciò, ha annunciato Fugatti, sempre lunedì verrà convocato il Tavolo del credito per capire quali iniziative possono essere eventualmente messe in campo anche su questo fronte per sostenere le imprese.

Strade e stagione turistica.

Per quanto riguarda le strade di accesso alle località sciistiche i lavori di ripristino sono a buon punto. Sia sul versante Paneveggio sia su quello Dimaro-Campiglio le viabilità saranno o sono già percorribili. Anche per quanto riguarda gli impianti si sta lavorando per far sì che sia garantita la loro fruibilità all'apertura della stagione. Permane il problema della piena agibilità della statale del Manghen dove passerà anche il Giro d’Italia, ma si sta lavorando per riaprirla.

Indennizzo dei danni e forme di compensazione.

La Provincia ha sospeso la riscossione del saldo Imis di dicembre, nei comuni colpiti. Per le richieste danni avanzate dai privati – circa 70 milioni di euro fra quelli patiti dalle abitazioni e quelle relativi alle attività economiche, con 15-20 milioni concentrati solo a Dimaro – sarà utilizzato appunto il “modello Moena”. Ingegneri e altro personale tecnico privato - in genere convenzionato con l'ente pubblico - effettueranno le perizie sui danni sofferti dai privati, comprensive di documentazione fotografica dell’immobile o azienda colpita. Successivamente la perizia viene portata in Comune. I criteri non sono ancora stati fissati ma lo saranno a breve. Verrà valutato anche il danno patito dall’azienda in termini di minor reddito causato dallo stop forzato dell’attività (calcolato sul volume di affari degli ultimi 5 anni). Dagli imprenditori è venuta la richiesta di semplificare al massimo le procedure burocratiche e di intervenire su alcuni punti che a Moena non erano stato sufficientemente chiariti, come l'indennizzazione per la perdita delle scorte di magazzino, dovuta anche al blocco nell'erogazione di energia.

Raccolta fondi.

Da lunedì verrà attivato un conto corrente ad hoc per avviare una raccolta fondi, sulla falsariga di quanto avvenuto in passato anche per supportare interventi di ricostruzione fuori dal Trentino. Già numerosi privati hanno segnalato alle relative associazioni la loro volontà di dare una mano, e analoga disponibilità è venuta dalle rappresentanze dei lavoratori.

Boschi.

Avviato un tavolo di lavoro fra Provincia, Consorzio dei comuni e categorie economiche. Condivisa la volontà di gestire al meglio gli effetti di questo evento per evitare ulteriori ricadute negative. Gli alberi caduti sono 4 volte il prelievo annuale, 2 milioni di metri cubi (circa 7.000 ettari di bosco danneggiato, il 2% circa della massa complessiva dei boschi trentini e della superficie totale), ma concentrati solo in alcune valli. Circa la metà, pari a un milione di metri cubi, potrà essere commercializzata. Bisogna vigilare affinché non si verifichino fenomeni speculativi, adottando un approccio di filiera e "solidale". L'intenzione è quella di "diluire" in 2-3 anni l'immissione sul mercato del legname commercializzabile, coinvolgendo tutte le imprese del settore. Dagli interventi dei rappresentanti delle diverse categorie, è emerso nel complesso un quadro difficile ma non drammatico, fatti salve alcune zone e alcuni comuni - come Dimaro - dove il maltempo ha infierito in maniera particolarmente rovinosa.













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