L'INTERVISTA PIERO GENOVESI DI ISPRA 

«M49 ci obbligherà a modificare i nostri standard» 

Ieri il sopralluogo al Casteller. Due i tecnici inviati dal Ministero «Non sono stati fatti errori tecnici e la struttura era efficiente» «Quando succedono cose come questa, dobbiamo solo imparare» 


Mauro Fattor


Trento. Comunque vada a finire, la vicenda di M49 è destinata a lasciare una traccia importante. Dentro e fuori dal Trentino. L’evasione dal Casteller con la rottura delle recinzioni elettrificate ha sorpreso tutti, Fugatti - sotto pressione - si è spinto addirittura a parlare di “fallimento della scienza” accusando Ispra che nel 2007 aveva certificato il grado di sicurezza della struttura. E proprio Ispra, l’Istituto superiore per la ricerca ambientale, braccio tecnico del ministero per l’Ambiente, a questo punto ha voluto vederci chiaro inviando due tecnici, Paola Aragno e Roberto Cocchi, che ieri hanno effettuato un lungo e approfondito sopralluogo al Casteller.

Quali siano state le conclusioni lo chiediamo direttamente a Piero Genovesi, responsabile del Servizio coordinamento fauna selvatica di Ispra, uno dei tecnici italiani più apprezzati a livello internazionale.

Dottor Genovesi, qual è stato l’esito del sopralluogo al Casteller?

I due colleghi che ieri erano a Trento hanno analizzato in modo approfondito sia le condizioni strutturali del recinto sia la sua funzionalità. Non si sono evidenziate anomalie di alcun tipo, nessun malfunzionamento. Tutto perfetto. Anche il livello di manutenzione dell’intera area è più che buono.

Dunque nessun malfunzionamento. Quell’area è stata progettata e realizzata dalla Provincia con la vostra consulenza tecnica. Quello che è accaduto pare impossibile...

Gli standard di sicurezza sono i più elevati a livello internazionale. In fase di progettazione e realizzazione era stata consultata anche Gloria Svampa, zoologa e presidente dell’Unione Italiana Zoo e Acquari ed era stata preso come riferimento qualitativo di progettazione un recinto che si trova ad Oviedo, sui monti Cantabrici in Spagna, che ospita tre femmine di orso, ma che in passato ha ospitato anche un maschio. Quel modello strutturale a Trento è stato ulteriormente migliorato e perfezionato.

Si è parlato molto del voltaggio della recinzione elettrificata...

Su questo punto si fa molta confusione. Il voltaggio da solo non vuole dire assolutamente nulla. Ci sono recinzioni di contenimento destinate ai bovini domestici che hanno voltaggi anche più elevati di quello del Casteller, ma un amperaggio minore. Il valore di riferimento che ci deve interessare non è tanto il voltaggio che misura la tensione elettrica, quanto i joule, l’energia in uscita che determina l’entità della scossa. Bene, la normativa nazionale prevede un massimo di 5 joule per gli animali.

E al Casteller quanti joule sono?

Sono 4,6 joule, siamo quindi quasi al massimo. Oltre a questo bisogna pensare che le recinzioni elettrificate sono più di una, che i circuiti sono autonomi e indipendenti e che l’intera struttura è introflessa, cosa che dovrebbe scoraggiare, se non rendere impossibile, l’arrampicata.

M49 però è uscito...

Questo conferma che si tratta di un animale molto particolare: molto vigoroso, molto esuberante, “estremo” per certi versi, anche se non sono sicuro che sia questo il termine esatto. Bisogna tenere presente che, per recinti di questo tipo, l’esperienza con animali selvatici tipo orso sono relativamente limitate. I selvatici di grande mole hanno una estrema variabilità di comportamento, gli orsi in particolare. Quando ci sorprendono, dobbiamo imparare.

Che cosa vuol dire?

Vuol dire che, con ogni probabilità M49 costringerà a modificare gli standard internazionali di sicurezza per recinti di questo tipo, per le strutture di captivazione aperte. Fermo restando che non si tratta di gabbioni chiusi, tipo zoo, che ovviamente in questo caso non sono proponibili.

Ci sono stati errori nella fase di cattura?

No, nessun errore. Non mi risulta.

E la mancata sedazione?

Come Ispra posso dire che siamo d’accordo con le scelte effettuate dalla Provincia. La sedazione è sempre un rischio per l’animale, per quanto molto limitato. In questo caso non c’era nessun motivo per procedere in questo senso. La situazione era sotto controllo, dunque sedare non aveva senso. Stesso discorso per il radiocollare. Certo, col senno di poi si sarebbero potuti aspettare un paio di giorni prima di effettuare il distacco, ma la decisione di toglierlo è stata a tutela dell’animale, trattandosi di un giovane in crescita. E poi nessuno poteva immaginare una cosa del genere.

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