La legge elettorale dei Comuni rinviata alla Consulta

La norma era stata impugnata da due esponenti dei Verdi rimasti esclusi dal Consiglio Comunale di Pergine



TRENTO. Dalle elezioni di Pergine è partita una valanga che potrebbe travolgere tutta la legge elettorale dei comuni del Trentino. Il Tar di Trento con un ’ordinanza depositata ieri ha rinviato alla Corte Costituzionale la legge regionale numero 1 del 2005. Si tratta della legge che stabilisce norme elettorali diverse tra Trentino e Alto Adige e, per quanto riguarda il Trentino, diverse in base alla grandezza dei Comuni. Il Tar era stato investito della questione da due esponenti dei Verdi, Giuseppe Facchini e Flora Silvestri, rimasti esclusi dal Consiglio comunale di Pergine. I due si sono affidati agli avvocati Vanni Ceola e Andrea Maria Valorzi che hanno impugnato la legge elettorale. Nel mirino soprattutto il fatto che le liste che hanno sostenuto il sindaco Roberto Oss Emer hanno ottenuto il 63 per cento dei seggi con il 27 per cento dei voti avuti al primo turno. Questo perché la legge regionale elettorale dei comuni non prevede alcun tetto minimo per la distribuzione del premio di maggioranza, un po’ come accadeva a livello nazionale con il famigerato Porcellum. La Corte Costituzionale ha proprio bocciato la mancanza di un tetto per far scattare il premio di maggioranza a livello nazionale. Per questo, il Tar ha ritenuto di rinviare alla Consulta anche la legge regionale.

Secondo quanto spiegato dall’avvocato Ceola, la legge regionale viola il principio dell’uguaglianza del voto stabilito dall’articolo 48 della Costituzione. In altre parole, c’è troppa differenza tra il valore del voto dato a un partito collegato con il candidato sindaco vincente e quello dato a un partito di un’altra cordata. Ora la Corte Costituzionale deciderà se questa legge rispetta i dettami della Costituzione. Ma, vista la pronuncia a livello nazionale, l’esito sembra essere scontato. Soddisfazione, ovviamente, dei Verdi: «Nel caso del Comune di Pergine alle liste collegate al sindaco sono stati assegnati ben 9 seggi a titolo di premio, in aggiunta ai 5 conseguiti con i propri voti. E’ di tutta evidenza l’enorme di-sproporzionalità che tale meccanismo di attribuzione dei seggi comporta in un consiglio composto complessivamente da 22 seggi. Non si tratta – hanno affermato i Verdi in una nota– di una battaglia, sia pure legittima, per la tutela della propria parte politica, ma di riaffermare il nostro impegno per garantire, in modo democratico, che i Consigli comunali siano anche luoghi di rappresentanza dell’intero corpo elettorale. Principio del resto affermato anche recentissimamente dalla Corte costituzionale ».













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