La Lega davanti alla «prova» dell’orso 

Dopo dieci anni di attacchi al centro sinistra la nuova giunta provinciale dovrà individuare una gestione compatibile


di Andrea Selva


TRENTO. La partenza della nuova legislatura in autunno (quando gli orsi entrano in letargo) ha solo rinviato il problema: come affronterà la nuova giunta provinciale il nodo (delicatissimo) della gestione dell’orso in Trentino? Nessun cenno da parte del presidente Maurizio Fugatti nel suo discorso di inizio legislatura e solo un passaggio all’interno del programma in cui il governatore già prevedeva la strada in salita: «La reintroduzione dell’orso e del lupo - si legge nel documento - porta danni a cascata che si possono rimediare con grande difficoltà». L’obiettivo? «Trovare un accordo con il governo nazionale per ottenere autonomia nella gestione dei grandi carnivori, per tutelare l’agricoltura di montagna, la sicurezza dei cittadini e il turismo». Ma il governo Lega-M5s è lo stesso che nei mesi scorsi ha presentato ricorso contro la legge approvata lo scorso luglio dal consiglio provinciale, anche con il sostegno della Lega. Che succederà in primavera quando gli orsi si risveglieranno e i danneggiamenti (sperando che non si verifichino aggressioni all’uomo) torneranno all’ordine del giorno?

La Lega dovrà decidere quale marcia ingranare sull’orso dopo decine di interrogazioni, mozioni, proteste di piazza e conferenze stampa dedicati proprio al grande “errore orso” commesso alla fine degli anni Novanta (era il 1999 quando vennero liberati i primi orsi) quando già governava Dellai, ma il via libera era arrivato l’anno precedente dalla giunta Andreotti. Diverso il discorso per i lupi per i quali non c’è stato in realtà un progetto di reintroduzione ma un ritorno spontaneo sulle Alpi.

Fugatti il tema dell’orso - all’epoca in cui il Trentino era governato dal centro sinistra autonomista - lo cavalcò parecchio. Nel 2011 (quando era deputato) organizzò un “lauto” banchetto a base di carne di orso nel Primiero: «Per difendere e tutelare le popolazioni nelle zone di montagna del Trentino dalle continue visite degli orsi noi preferiamo consumarli in questo modo». Poi nei giorni successivi spiegò che la carne d’orso arrivava - in realtà - dalla Slovenia.

L’anno seguente Fugatti aveva chiesto a Dellai di spostare in “altri territori compatibili gli orsi presenti in Trentino” per poi sottolineare a più riprese le richieste della gente delle valli trentine sostenendo che gli orsi in realtà non erano cinquanta (come sostenuto dai forestali all’interno del rapporto annuale) ma almeno un centinaio.

In seguito fu la consigliera Alessia Ambrosi, nei mesi scorsi, a dare voce alla paura della gente - in particolare dei residenti della Valle dei Laghi - chiedendo interventi “rapidi ed efficaci per garantire la sicurezza dei cittadini prima che sia troppo tardi”.

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