La «guerra dei forconi» contro i missili Nato

Un solo episodio per raccontare Sergio Vadagnini, albergatore che trasformò la pensione del genitori a Moena in un grande hotel. E ora tocca ai figli


di Giorgio Dal B


TRENTO. «Se piazzerete i vostri missili, noi imbracceremo i nostri forconi», replicò a muso duro Sergio Vadagnini «dei Noni», in stile Pier Capponi, all’epoca (1979) presidente degli albergatori di Moena. La minaccia fu rivolta al ministro della Difesa Attilio Ruffini che stava mostrando sul passo Pellegrino a colonnelli e generali dove la Nato avrebbe realizzato lo scudo contro l’Urss. Quella stessa sera a Moena Sergio era stato avvisato ufficialmente che i suoi «forconi» non erano piaciuti neanche al ministro agli Interni. Uomo avvisato …

E’ una perla storica di questo albergatore di Moena, figlio di Giovanni Battista (1910-2003) prima maestro muratore e poi albergatore. Giovanni Battista e sua sorella Eta (1913-1993), a loro volta, erano figli di Marta Vanzo e di Celeste (1880-1960) specialista nel fare forni domestici e immigrato a Moena dalla val di Non (appunto, «dei Noni»), non si sa come e perché. Giovanni Battista, dapprima, aveva fatto il facchino in un famoso albergo sul lago Maggiore con fatiche ciclopiche portando grossi bauli sulle spalle fino al quinto piano. Poi si era ingegnato come maestro-muratore mettendo su con alcuni compaesani una minuscola impresa edilizia.

Sposata Giovanna Chiocchetti, (1916-2009), una cameriera figlia del «Tista del Tin» kaiserjaeger pluridecorato, dai e dai nel 1956 aveva potuto costruirsi una casetta, villa Patrizia, in cui aveva trasferito la famiglia composta da Sergio (1947), Patrizia (1952), Roberta (1954) e Ilaria (1960). Sono gli anni in cui comincia il turismo estivo e la coppia affitta le stanze del secondo e ultimo piano. Poi, come tanti altri futuri albergatori, Giovanni Battista migliora i servizi portando l’acqua corrente calda e fredda in ogni stanza. La famiglia, in estate, vive in cantina per liberare altre stanze. E’ così che villa Patrizia si trasformerà più tardi in elegante hotel. Sergio, bambino, libero da scuola, fa il «lustrin» dai falegnami di paese e con il martello raddrizza chiodi nell’azienda edile del padre.

Per un po’ fa la scuola alberghiera, lavora come aiuto-cuoco in diversi alberghi dell’alto Tirreno, ma deve tornare a casa perché la pensione Patrizia va alla grande. Mentre le tre sorelle si suddividono i lavori tipici di un albergo, in cucina c’è lui che ci sa davvero fare. E’ intraprendente anche come trascinatore del turismo locale tanto che è nel cda del Lusia da 35 anni ed è stato presidente degli albergatori di Moena per dieci.

Con Maria Rossella Zanoner, figlia di un albergatore, ha avuto nel 1977 i gemelli Francesco e Luca. Il primo, sposato con Vera e padre di Alex, cura l’amministrazione del «Patrizia», il secondo, celibe, ne cura la sala. Stefano (1979), sposato con Lisa e padre di Giulia, è vicecaposervizio degli impianti Lusia. L’ultimo, Nicola, (1980) è sposato con Maura - futura mamma - e lavora all’albergo Someda della moglie. E il trio di ex ragazze della ex pensioncina? Solo Patrizia, nubile, lavora all’hotel. Roberta, sposata a Bolzano, è mamma di due figli. Ilaria, sposata, è pure lei mamma a Moena di due figli.

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