La gondola a Tovel: così è nato il «santino» più geniale del Patt 

La campagna di marketing elettorale delle due stelle alpine ha avuto un grande successo social. «E ci ha premiato alle urne» 


di Luca Petermaier


TRENTO. E dire che quella gondola che naviga nelle placide acque del lago di Tovel non piaceva poi molto al segretario Franco Panizza. «Non so, non sono sicuro che i nostri elettori la capiscano. Ma andate avanti, mi fido». E ha fatto bene a fidarsi, Panizza, perché la gondola sotto le vette del Brenta è stato uno dei messaggi social più riusciti di tutta la campagna elettorale, contribuendo a consegnare alle due stelle alpine la patente di baluardo contro la (presunta) padanizzazione del Trentino di stampo leghista. E chissà, pure il voto di qualche indeciso.

Ma chi c’è dietro la campagna elettorale mediatica del Patt? Quella delle montagne rovesciate, per capirci, o delle auto che sfrecciano in piazza Duomo facendo slalom tra le buche colme d’acqua e quella scritta a disegnare uno scenario apocalittico in cui le strade trentine diventano come quelle venete: «E se non fossimo più autonomi?».

«Dietro quei messaggi ci siamo noi» - spiega divertito Simone Marchiori, vice segretario politico del Patt che si è inventato gli slogan insieme a Lorenzo Paoli, responsabile dei giovani autonomisti e Andrea Biasi, sindaco di Sfruz e dirigente del partito. A differenza delle altre elezioni, stavolta Marchiori e compagni hanno avuto carta bianca sull’organizzazione dei messaggi e ne hanno approfittato. «Abbiamo pensato che dovevamo scuotere l’immagine del partito, ancorata a valori antichi che rimangono saldi ma che agli occhi degli elettori possono risultare un po’ impolverati. E così ci siamo detti: basta con gli stereotipi della montagna, dei pascoli verdi e dello zaino in spalla. Ci vuole qualcosa di più moderno, che abbia un impatto anche sui giovani».

È nato così il primo messaggio, quello delle montagne rovesciate e lo slogan «nessun ribaltamento dell’autonomia».

Ma questo era solo l’antipasto della trovata geniale. «Un sabato sera - ricorda Marchiori - stavamo commentando un’idea che ci aveva sottoposto l’agenzia pubblicitaria a cui ci siamo appoggiati, la Brand&Soda di Trento. Si trattava di una mucca di plastica con la scritta a fianco “Se non fossimo più autonomi?”. Il messaggio era giusto, ma poco diretto. Tornati in sede dopo un pranzo tra candidati, senza troppa convinzione abbiamo buttato giù qualche idea, insistendo sul fatto che il Patt doveva passare come il partito che non si piega alla “venetizzazione” del Trentino. Ed ecco il lampo: perché non mettere una gondola dentro uno dei nostri laghi?».

Detto fatto. I riscontri sui canali social sono stati immediati: +28% dei like sulla pagina Facebook, 80 mila persone raggiunte tra il 26 settembre e il 23 ottobre (+58%) e 27 mila interazioni. «Giuro che mi è capitato di essere avvicinato in un bar da ragazzi che ci sentivano parlare della pubblicità e che ci hanno promesso il voto poiché la gondola li aveva colpiti» - assicura Marchiori.

Da lì in avanti il lavoro è stato tutto in discesa perché il filone era centrato: sì, il rischio della venetizzazione da un lato e dall’altro il Patt che ammicca all’orgoglio dei trentini attraverso le immagini della “violazione” delle bellezze del territorio. E ci si è messo pure Salvini a offrire su un piatto d’argento l’idea del nuovo messaggio, quando è venuto a dire che la Lega sistemerà le strade della provincia: «Lì è stato facilissimo: abbiamo asfaltato piazza Duomo e ci abbiamo messo auto, moto e buche. Con la solita scritta: «E se non fossimo più autonomi?». Un altro successo, come quello dell’acqua «dei veri autonomisti» che fa il verso all’acqua da 8 euro di Chiara Ferragni. «Ma la nostra non costa nulla!».













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