La giunta cambia direttore del parco dello Stelvio 

La decisione. Al posto di Claudio Ferrari arriva Romano Masè. Intanto il dibattito sull’utilizzo di aree dedicate per spettacoli e concerti non si ferma. Sullo sfondo c’è un protocollo da ratificare



Trento. La partita è delicata. e dura da decenni. quale? quella del senso del limite tra sfruttamento del territorio a fini turistici e della salvaguardia di ambienti delicati ed unici. tutto questo per dire che anche ieri il tema del concerto annullato a campiglio, una sorta di bis di quello dello scorso anno con il dj sinclar sulle piste, ha avuto in dote ulteriori ragionamenti. su questo fronte va detto, ma forse è un caso, che la giunta fugatti è pronta a sostituire il direttore del parco dello stelvio. da molti anni in quel ruolo vi è un dirigente provinciale claudio ferrari: al suo posto arriva un altro dirigente romano masè, ora gran capo anche della caccia.

Il senso del limite

Ma sullo sfondo c’è anche la partenza di un tavolo per decidere i grandi eventi da organizzare in quota, focalizzando il suddetto senso limite. L’assessore al turismo Roberto Failoni ieri spiegava alle tv nella buvette: «Occorre confrontarsi, ci mancherebbe altro, con il mondo ambientalista. Si ragioni, non tutte le montagne sono uguali. Si faccia una analisi costi benefici, ma non si faccia a gara a creare solo problemi».

Sullo sfondo esiste già “un protocollo sulla gestione della montagna”, firmato nella scorsa legislatura dalla allora presidente del Pd Donata Borgonovo. Il documento che riassume quello che si può fare in quelle zone delicate, e quello che non è invece il caso di fare, venne approvato in forma bipartisan, a suo tempo. Il problema è che non è stato poi approvato dalla giunta Rossi e sembra difficile che sia ora l’amministrazione Fugatti a sdoganarlo.

Insomma il tema è caldo ed è uno di quelli attorno al quale gira la visione di futuro di una intera provincia. Ecco perché va affrontato per bene.G.T.













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