La Biblioteca di Botta rischia di restare un sogno

Il Comune: «Sciolti i nodi burocratici. Noi pronti a dare il via ai lavori a fine anno». Ma il rettorato frena: il progetto sembra vecchio e oneroso. A settembre la decisione


di Luca Pianesi


TRENTO. L'attesa biblioteca dell'Università di Trento potrebbe non essere più quella firmata da Mario Botta. Sono passati, infatti, ben 8 anni dalla realizzazione del progetto del grande architetto svizzero. Un lasso di tempo che potrebbe averlo reso “datato” e non più innovativo, com'era invece, sicuramente, nel 2005. E proprio per verificare l'attualità della proposta, che vedrebbe sorgere in piazzale S. Severino un edificio da 50 milioni di euro, la cui forma dovrebbe ricordare quella di un libro aperto, a settembre il rettorato aprirà un'istruttoria. Paradossalmente proprio nel momento nel quale il Comune si dice pronto a portare la discussione in consiglio e a lavorare al progetto.

All'ordine del giorno del Senato accademico, non verrà messa in discussione la necessità o meno di dotarsi di una grande biblioteca universitaria, poiché è ormai opinione condivisa da tutti che una tale esigenza, per un ateneo importante, com'è oggi quello di Trento, è assolutamente improcrastinabile. I dubbi ruotano, essenzialmente, sul rischio che il progetto di Botta possa essere troppo gravoso per il sistema provinciale (che ha appena visto nascere due opere importanti come il Muse e le Albere e si appresta a far partire i cantieri per il Nuovo Ospedale del Trentino), e che nasca già “vecchio”. E poi ci sono gli impasse che da quasi dieci anni si trascinano e che in parte non sono ancora risolti. Uno su tutti il rischio di esondazione del fiume Adige che nell'area di piazzale S. Severino, fino a febbraio, era classificato R4 (molto elevato) e oggi, a seguito di una serie di interventi di messa in sicurezza degli argini, è stato abbassato a R3 (elevato). Un passo avanti ma ancora lontano dal livello R2 (moderato) soglia minima prevista dalla legge per poter dare il via libera alla costruzione di un edificio con le caratteristiche di una biblioteca.

«In questi giorni stiamo trasmettendo alla Provincia e ai bacini montani una serie di progetti per mettere ulteriormente in sicurezza l'area – spiega il vicesindaco e assessore alla pianificazione urbana del Comune, Paolo Biasioli – e già per settembre, una volta avuta risposta da Piazza Dante, saremmo pronti a portare in consiglio la proposta di Botta e a metterla ai voti. E a quel punto le procedure potrebbero essere piuttosto rapide. Potremmo iniziare a lavorare al progetto già entro fine anno. Questo anche perché le quattro grandi questioni che erano aperte sono state, nel tempo, risolte: si è accantonata l’ipotesi di ruotare l’edificio vista la netta opposizione dell’architetto, ma siamo riusciti a farglielo abbassare di due piani, portandolo dai 35 metri previsti inizialmente, agli attuali 27,20; Botta ha anche dato il suo via libera a rendere trasparente il piano terra, per consentire, dall’esterno, la visione della piazzetta interna alla costruzione; ed anche il problema dei parcheggi sembra risolto visto che l’Università dovrebbe metterne a disposizione 103, posizionati sotto la facoltà di Lettere, e 150 che si dovrebbero ricavare proprio sotto la biblioteca. C’è, infine, una piccola questione aperta che riguarda l’acustica dell’area - conclude Biasioli - ma è un problema, questo, facilmente superabile con uno studio apposito». Insomma, il Comune, oggi, sembra finalmente pronto ad accogliere il progetto. La speranza è che non sia diventato troppo tardi per l’Università. ©RIPRODUZIONE RISERVATA













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