L'agonia dei ghiacciai, l'Adamello diventa grigio
Un'estate terribile che potrebbe avere effetti peggiori rispetto a quella del 2003
TRENTO. Che sarebbe stata un’estate terribile per i ghiacciai si sapeva, ma ritrovarsi a fine luglio con il livello di fusione che di solito si registra solo al termine dell’estate è stata una sorpresa anche per gli esperti. Questo 2017 rischia di battere anche il famigerato 2003, finora l’anno peggiore per i ghiacciai alpini. Colpa del caldo, ma soprattutto dell’assenza di nevicate nell’ultima stagione, con il ghiaccio completamente scoperto, esposto al sole estivo come non era mai successo prima.
Sul Careser - giusto per citare uno dei ghiacciai più in difficoltà, simbolo del cambiamento epocale a cui stiamo assistendo - in questa stagione lo spessore del ghiaccio è sceso di 3 metri, in alcuni punti anche di più, con l’acqua che corre incessante notte e giorno. E siamo solo all’inizio.
Ma l’immagine più impressionante in assoluto è quella del ghiacciaio Presena, dove l’unico bianco è rappresentato dalla gigantesca coperta stesa a inizio stagione dagli operai delle funivie per salvare almeno il ghiaccio utile per lo sci.
«E’ grazie a questi teli che il ghiacciaio c’è ancora» commenta Gianluca Tognoni, glaciologo di Meteotrentino. «Senza i teli il ghiacciaio si sarebbe diviso in due e lo scioglimento sarebbe stato molto più accelerato».
Fa impressione anche il ghiacciaio dell’Adamello, il più grande d’Italia. L’area soprannominata Pian di Neve si presenta in genere immacolata anche in piena estate, ma in questi giorni le immagini delle webcam restituiscono una distesa grigia che non lascia presagire nulla di buono: «E’ il ghiaccio vivo che si sta sciogliendo - spiega ancora Tognoni - una situazione che in genere si presenta a fine estate».
Potremmo superare il ritiro del ghiaccio stagionale registrato nel 2013? «I conti si fanno a fine stagione - dice ancora l’esperto di Meteotrentino - ma siamo sulla buona strada. Anche perché ormai siamo abituati a un allungamento della stagione e le ultime misurazioni le programmiamo in ottobre, quando ancora registriamo il fenomeno della fusione».
Se la passano meglio i ghiacciai del Cevedale, che sono i più alti del Trentino, ben oltre i tre mila metri, mentre gli amanti dei ghiacciai proveranno tristezza di fronte al ghiacciaio della Marmolada (il più esteso delle Dolomiti) dove il sindaco di Canazei ha firmato un’ordinanza che raccomanda la salita solo a persone esperte e ben equipaggiate: troppi crepacci, troppe insidie. L’ordinanza risale al 12 luglio, di solito è una situazione che si verificava solo dopo Ferragosto.