Kaswalder «bocciato» due volte in Consiglio 

Non è passata la candidatura dell’autonomista alla presidenza dell’aula Il centrosinistra non lo vuole, oggi potrebbe scegliere di andare in Regione


di Gianpaolo Tessari


TRENTO. Mal di quorum in Consiglio provinciale. Niente elezione del presidente dell’aula e muro contro muro tra centrodestra ed opposizione, con la pratica dell’insediamento del successore di Bruno Dorigatti rinviata (per intanto) di una settimana, a martedì prossimo. C’è una possibilità, però: quella che Walter Kaswalder (ieri bocciato per ben due volte) oggi accetti di candidarsi ma per la presidenza del Consiglio regionale. Ieri sera sembrava determinato a non cambiare idea ma, di sicuro, se Kaswalder virasse sullo scranno regionale risolverebbe un bel problema al governatore Maurizio Fugatti. Incasserebbe il via libera della Svp e, pure, di quei consiglieri trentini che a Palazzo Trentini non lo vogliono vedere nemmeno in cartolina.

La notte gli farà cambiare idea? Va detto che Kaswalder i tempi non sospetti aveva detto di voler seguire le orme di Franco Tretter che scrisse belle pagine sull’autonomia trentina proprio dalla presidenza del Consiglio regionale. Se però dovesse puntare i piedi e scegliere un futuro ad altissimo tasso di incertezza, il copione prevede che oggi sia Roberto Paccher, Lega, ad essere eletto presidente del Consiglio regionale.

Ma riavvolgiamo il nastro: Fugatti ieri mattina aveva riproposto ai capigruppo un nome secco, come aveva fatto 12 ore prima, quello appunto di Kaswalsder, Autonomisti Popolari (la richiesta era invece quella di una personalità da individuare assieme). Ed il centrosinistra ha risposto uscendo per due volte dall’aula ad entrambe le chiamate per il voto, facendo mancare il numero, 24, di consiglieri necessari perché la votazione avesse il quorum necessario. La presidente temporanea, Lucia Coppola (Futura) dopo aver gestito la partita con buon piglio e signorilità, ha quindi mandato tutti a casa.

La decisione di Tonini & C è stata sicuramente legittima, ma perlomeno irrituale. In tempi recenti, un solo precedente, risalente a 20 anni fa: in quell’occasione il presidente Mario Cristofolini, insediato come provvisorio nel novembre del 2008, divenne poi definitivo tre mesi più tardi, dopo un lungo tira e molla e mancate votazioni: «Ma da sempre in Trentino, per un’intesa politica diventato prassi nei rapporti tra gli schieramenti, l’ufficio di presidenza, formato da cinque componenti, vede la presenza di tre consiglieri di minoranza, ad uno dei quali è assegnata la vicepresidenza, e due di maggioranza» ha ricordato Fugatti. «Noi del resto non abbiamo posto alcuna pregiudiziale circa la scelta, lasciata alle minoranze, del vicepresidente, ferma restando però la candidatura di Kaswalder alla testa dell’aula» ha spiegato, di fronte a molti visi perplessi, sia tra i politici che tra i molti che affollavano gli spalti del Consiglio

Va detto però, aldilà di motivazioni di facciata, che Kaswalder è un nome che non incasserà facilmente (verrebbe da dire mai) il sì del Patt: è stato espulso dal partito di Ugo Rossi e nella scorsa legislatura è pure transitato dal centrosinistra al centrodestra. Freddi, per usare un eufemismo, anche i rappresentanti del Pd che non hanno dimenticato uscite non elegantissime dell’autonomista nei confronti delle donne. Oltre ad altre intemperanze verbali assortite che hanno incrinato il profilo di uomo di garanzia di Kaswalder.

Ieri la prima campanella dell’aula ha permesso solo che si concludessero o i “riti” preliminari di insediamento dell’assemblea legislativa uscita molto rinnovata dalle elezioni del 21 ottobre scorso. Dopo aver preso posto negli scranni assegnati ai consiglieri e agli assessori prescelti governatore, Lucia Coppola ha assunto come da regolamento, in quanto persona più anziana, la presidenza provvisoria dell’aula. Prendendo per prima la parola, Coppola si è detta «onorata del ruolo a lei sia pur provvisoriamente affidato e ha augurato a tutti un proficuo lavoro in questa XVI legislatura». Nei banchi della presidenza come segretari questori, sono poi stati chiamati i due consiglieri più giovani, Mirko Bisesti e Luca Guglielmi, che hanno fatto l’appello. Del poi si è detto.













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