la tragedia

In gita con la Sat muore sotto la valanga

La vittima è Michele Niccolini, 44 anni di Trento, ucciso dai lastroni di neve. La tragedia in val Martello. Travolta, ma salva, anche la neonatologa del S.Chiara Anna Pedrotti, consigliera comunale del Pd


di Ezio Danieli


VAL MARTELLO. Un alpinista morto, una donna ferita in modo serio e un altro escursionista che ha riportato lesioni non gravi. La valanga, caduta ieri in tarda mattinata in alta val Martello (Alto Adige) ha causato un'altra tragedia che ha profondamente scosso il Trentino, che ha appena perduto nel terremoto del Nepal tre alpinisti.

La valanga di ieri ha causato la morte, sul colpo, di Michele Niccolini, 44 anni. L’uomo faceva parte di un gruppo di 15 persone, tutte della Sat di Trento, che avevano deciso di compiere un’escursione con gli sci in alta quota. Favorito anche da una bella giornata, con poco vento e una temperatura ideale anche a una quota superiore ai 3 mila metri, il gruppo trentino, dopo aver valicato di buon'ora la Cima Solda, è entrato nel territorio di Martello per affrontare da quel versante il Cevedale.

La valanga ha sorpreso il gruppo verso le 11, quando era a 3.100 metri di quota, meno di mezzo chilometro in linea d'aria dal rifugio Casati. Nei giorni scorsi, in zona erano caduti oltre venti centimetri di neve fresca, cui si era aggiunto un forte vento e nella giornata di ieri un brusco rialzo della temperatura. La massa nevosa era dunque instabile, e quindi pericolosa.

Per 70 metri di larghezza e oltre 200 di lunghezza, la slavina s'è abbattuta sul gruppo di sci alpinisti. Niccolini, una donna, Anna Pedrotti, neonatologa al Santa Chiara e consigliera comunale del Pd e un uomo sono stati centrati in pieno e trascinati verso valle. Sono stati sepolti tutti e tre.

Mentre un alpinista, investito dalla massa nevosa, riusciva a rimanere a galla e a liberarsi in pratica da solo, per Anna Pedrotti e Niccolini è stata una corsa contro il tempo. La donna è stata liberata in tempo (è stata ricoverata all'ospedale di Silandro), mentre l'alpinista trentino è morto sotto la neve per le ferite riportate alla colonna vertebrale, in particolare nel tratto cervicale. L’hanno trovato poco dopo i soccorritori in evidente stato di ipotermia e con gravi, fatali lesioni provocate dall’impatto con i lastroni ghiacciati scivolati a valle.

Gli uomini del soccorso alpino della val Martello sono stati i primi a intervenire, poi a loro si sono aggiunti quelli di Laces, di Solda e il gruppo cinofilo della Venosta, oltre alla Guardia di finanza. Le operazioni di ricerca e di soccorso hanno avuto l'appoggio anche degli elicotteri Pelikan 1 e 2 del servizio provinciale. Hanno collaborato anche i componenti di un'altra spedizione - di cui facevano parte alcuni altoatesini e austriaci - che hanno aiutato a cercare nella neve chi poteva essere stato inghiottito dalla valanga.

L'operazione di soccorso si è protratta per quasi quattro ore: c'era molta gente ieri in Val Martello, ma nessuno era in grado di dire quante persone fossero state investite dalla massa nevosa. Proprio per verificare la possibile presenza di altre persone sotto la valanga, i soccorritori hanno scandagliato tutte la zona della slavina, per fortuna senza trovare altre vittime.

È iniziata in quel momento la spola dei due elicotteri, che hanno portato a valle prima la donna ferita, poi il suo compagno rimasto illeso e quindi la vittima.

Il corpo di Michele Niccolini, dopo esser stato portato al campo sportivo di Martello, è stato trasferito nella camera mortuaria.

Con altri voli degli elicotteri sono stati portati a valle i superstiti della tragedia: avevano tutti la commozione e il dolore dipinti sul volto e sono stati aiutati dal personale del gruppo di assistenza della Croce bianca, intervenuto assieme a diverse ambulanze pronte in caso di emergenza. A Martello sono saliti anche i carabinieri, cui spetta il compito di accertare cosa può essere accaduto nella zona del rifugio Casati e se vi sono eventuali responsabilità che hanno determinato la caduta della slavina. Sarà determinante il rapporto che faranno avere alla magistratura s ulla dinamica dell’incidente.

La notizia della tragedia si è diffusa con grande impressione e dolore tra i soci della Sat (che in Trentino è l’associazione più numerosa in assoluto con i suoi 27 mila soci) ma anche negli ambienti della Curia di Trento, dove Michele Niccolini lavorava da anni come assistente del vicario generale don Lauro Tisi, dopo anni di impegno sociale al servizio del prossimo. Nel pomeriggio i familiari della vittima - mentre gli escursionisti della Sat rientravano a Trento in pullman- hanno raggiunto la camera mortuaria in Alto Adige, assieme a don Lauro Tisi, dove hanno riconosciuto il corpo senza vita del povero Michele.

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