Il vescovo Bregantini boccia Marchionne

Dura accusa del prelato trentino: «Il manager Fiat utilizza l'arte della paura e del ricatto»



TRENTO. «Il futuro del mondo non è nella paura. Marchionne utilizza l'arte della paura e quella del ricatto. Quello che porta avanti una nazione è la voglia di riscatto e non la paura del domani». Così monsignor Giancarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano ma di origine trentine, commenta l'annuncio della Fiat di voler disdire tutti gli accordi sindacali a partire dal primo gennaio 2012, prima conseguenza della scelta del Lingotto di abbandonare Confindustria. Bregantini, già vescovo di Locri, da gennaio 2008 alla guida della diocesi di Campobasso, è presidente della Commissione Episcopale problemi sociali e lavoro.

Si è così espresso in un'intervista a «Telemolise», commentando con parole forti e ferme una situazione che sta lacerando il confronto tra le parti sociali. L'altro ieri il vescovo aveva invece appoggiato Napolitano: «Riconoscere cittadinanza significa aprire le porte del cuore, della casa, della comunità agli stranieri e confermarli come fratelli. Mi sento gratificato e gioioso - aveva spiegato - per questa provvidenziale linea comune di accogliere per integrare nell'anno dei 150 dell'unità d'Italia e nel giorno in cui ho dato slancio alle piste educative contenute nella mia lettera pastorale».













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