Il boom del biologico «Eravamo di nicchia, poi c’è stato Expo» 

Gius de “L’Origine”: «Clienti sempre più diversi fra loro» Non più solo frutta e verdura, ma anche vino e cosmetici


di Pietro Gottardi


TRENTO. «C’è un prima Expo e un dopo Expo, su questo nessun dubbio». A dirlo è Elia Gius, proprietario della catena di supermercati biologici “L’Origine” che conta due punti vendita a Trento, uno a Rovereto e uno a Pergine. Figlio di Marco e Franca, che a fine anni ’70 furono tra i primi in assoluto a puntare sul biologico in Italia, Gius opera una netta distinzione: «Prima di Expo i nostri prodotti erano di nicchia e si potevano trovare soltanto in punti vendita specializzati, come i quattro che gestiamo in territorio trentino. Dopo l’esposizione internazionale, che parlando del cibo ha dato grande risalto al mondo del biologico, anche le catene della grande distribuzione organizzata si sono rese conto del fenomeno. Non sta a me dire se perché effettivamente interessate alle tecniche di coltivazione rispettose dell’ambiente o semplicemente per cavalcare l’onda del successo, fatto sta che da qualche anno a questa parte sugli scaffali di gran parte delle catene italiane il biologico sta avendo un peso sempre maggiore». Spiega il proprietario de “L’Origine”: «Prima del 2015 la clientela tipo era rappresentata dagli affezionati che ci conoscevano da tempo e da chi cercava prodotti su cui il biologico aveva una sorta di “esclusiva” come i surrogati dei latticini (soia) o quelli della carne (tofu, seitan). Negli ultimi anni invece vengono a rifornirsi da noi persone le più diverse tra loro, non c’è più un target preciso su cui puntare». Il trend è confermato dalla presenza a Trento di altri negozi di questo tipo, come la catena “Biocesta del gusto” che conta quattro punti vendita nel solo capoluogo. «Le ultime frontiere bio – prosegue Gius – sono rappresentate dalla carne, dal vino e dai prodotti di cosmetica ed erboristeria, campi in cui fino a pochi anni fa le sole tecniche utilizzate erano quelle tradizionali, mentre ora qualcosa sta iniziando a muoversi. Il nostro negozio non ospita solamente prodotti biologici, ma anche biodinamici: per questi ultimi, gli standard rispetto a tecniche di coltivazione e attenzione all’ambiente sono ancora più alti». Il proprietario de “L’Origine” fa poi un punto su NaturaSì, uno dei leader del mercato biologico in Italia su cui si appoggiano anche i suoi punti vendita: «Sugli scaffali di Pergine, Rovereto e Trento arrivano prodotti da 260 aziende che coltivano oltre 12000 ettari. NaturaSì dispone di 16 tecnici agronomi che affiancano l’agricoltore lungo tutta la filiera, per assicurarsi che le procedure seguite siano corrette e gli standard vengano rispettati: oltre a questo, possono capitare controlli a sorpresa eseguiti a campione, a ulteriore riprova di quanto il gruppo ci tenga a prendersi cura di tutto il processo». C’è poi il tema della collaborazione tra i coltivatori trentini e la catena di Gius: «Nonostante molti prodotti sul mercato nostrano non si possano reperire (è il caso per esempio dell’olio, che proviene da uliveti bio del Molise), per quanto possibile ci appoggiamo al territorio su cui operiamo, il Trentino. Da aziende come la Bertolini della Val di Gresta ci procuriamo orticole come carote, patate o insalata, mentre da Spormaggiore ci arrivano mele e albicocche. Noneso è anche il pane, che proviene da Cles e nella fattispecie dalla famiglia Rossi. Nel complesso, direi che un 10-20% dei prodotti venduti nei supermercati proviene dalla nostra provincia. Oltre all’attenzione al nostro territorio ci sono però anche numerose collaborazioni con realtà internazionali: importiamo banane, curcuma e quinoa (un cereale simile al riso) da Perù, Brasile e Colombia, dove gli agricoltori coltivano terreni sottratti ai Narcos, pericolosissimi trafficanti di cocaina».













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