Il biologico conquista anche i supermercati
Poli e Coop allargano i punti dedicati, uno scontrino su cinque ha almeno un prodotto green
TRENTO. Non solo supermercati dedicati, il biologico sta costantemente crescendo anche nei punti vendita della grande distribuzione organizzata come il Poli, le Famiglie Cooperative che fanno capo alla Sait o l’Orvea.
Mauro Poli, direttore affari generali del gruppo omonimo, racconta di un progetto partito nel 2013: «Cinque anni fa, abbiamo iniziato a pensare che il biologico avrebbe dovuto smettere di essere di nicchia e abbiamo quindi elaborato delle strategie per renderlo più appetibile al grande pubblico, senza però che la qualità dei prodotti ne risentisse. Per quanto riguarda quelli freschi ci siamo rivolti a coltivatori locali sviluppando ulteriormente l’attaccamento al territorio (dei 62 negozi Poli, 40 sono in Trentino), mentre per i lavorati ci riforniamo sul mercato nazionale. 2 anni fa poi abbiamo alzato il tiro, riservando degli spazi all’interno dei nostri supermercati a piccoli coltivatori biologici che fino a quel momento vedevano come un miraggio la possibilità di affacciarsi alla grande distribuzione organizzata. Abbiamo un nostro marchio bio, Viaverde, che contrassegna ortofrutta, pane, carne o pesce. C’è poi un altro punto: se tempo fa i prodotti biologici costavano in media il 30-40% in più di quelli lavorati con metodi tradizionali, nel tempo abbiamo lavorato affinché questa forbice si assottigliasse il più possibile». Poli mette in risalto anche vari numeri: «I prodotti biologici a disposizione sono più di 200 e confrontando il primo semestre del 2017 con quello del 2018, le vendite sono aumentate del 5%. Dato ancor più interessante, i clienti che hanno fatto almeno un acquisto bio sono aumentati del 75%, praticamente quasi raddoppiati. Ultima curiosità: su cinque scontrini battuti, uno ha prodotti bio».
Il direttore generale di Sait Luca Picciarelli si dimostra soddisfatto: «È un trend che si consolida e interessa tutto il territorio trentino, ma abbiamo due esempi particolarmente virtuosi: Rovereto e Caldonazzo. Nel primo caso l’area del negozio dedicata al biologico è stata praticamente raddoppiata, mentre nel secondo è stata inaugurata una nuova sezione esclusivamente bio. Dal punto di vista delle vendite le operazioni sono state un successo: i clienti che per i loro acquisti fanno questo tipo di scelta sono sempre di più». Per quanto riguarda il rapporto tra punti vendita e territorio, Picciarelli chiarisce: «Buona parte dei prodotti biologici freschi dei nostri negozi, soprattutto frutta e verdura, provengono dal Trentino; oltre a questo bisogna però dire che Coop ha un marchio dedicato esclusivamente al biologico, Viviverde, che raccoglie referenze da tutta Italia con cui da ormai vari anni collaboriamo con profitto. I coltivatori a cui ci rivolgiamo sono quindi nostri partner di lunga data, anche se ultimamente si stanno aggiungendo anche nuove referenze che per ora, a livello qualitativo, si sono dimostrate del tutto affidabili». A differenza di altri esercenti, Picciarelli non individua in Expo uno spartiacque per l’incremento delle vendite di prodotti biologici: «Penso si stia trattando di una crescita progressiva che dura da anni: la tendenza si era già manifestata prima dell’esposizione, poi ha continuato ad aumentare di importanza. Non ho però riscontrato grandi strappi durante Expo o nel periodo immediatamente successivo».
All’Orvea di San Pio X la tendenza si conferma: il biologico si sta conquistando sempre più spazio, anche in senso letterale. Girando per il supermercato si notano infatti quattro punti esclusivamente dedicati, segnalati da inequivocabili cartelli verdi in cui è impossibile non imbattersi: uno per frutta e verdura, uno per carne e altri due in cui si può trovare un po’ di tutto, dalla pasta al caffè, dal tè ai biscotti realizzati con farine bio.
Non solo gli spazi dedicati nei supermercati, anche l’offerta in generale si è ampliata: le ultime frontiere sono pesce e prodotti in scatola, che fino a poco tempo fa erano lavorati esclusivamente con metodi tradizionali, mentre da qualche tempo a questa parte si affacciano sul mondo bio.