I neo medici snobbano il pronto soccorso 

Sanità. Solo 10 domande da parte dei nuovi diplomati in medicina generale, ma alla fine nessuno era disponibile Fallisce il progetto dell’Azienda sanitaria per risolvere i problemi di organico affidando ai giovani i codici bianchi e verdi 


Andrea Selva


Trento. Non saranno i giovani medici di base (appena diplomati e in attesa di incarico) a risolvere i problemi di organico del pronto soccorso. All’appello dell’azienda sanitaria infatti hanno risposto solo 10 giovani medici che, dopo il colloquio, si sono ridotti a 5. Alla fine - quando si è trattato di prendere servizio - ne è rimasto uno solo, che ha dato disponibilità a partire da febbraio: troppo tardi. Per questo nel frattempo l’Azienda sanitaria ha rinnovato il contratto a un medico di base esterno, con un contratto da libera professione, che lavorava già in precedenza per l’Azienda sanitaria.

Il progetto

L’idea era questa: assumere neo diplomati da impiegare nei reparti di emergenza del Trentino a cui affidare le situazioni “a bassa complessità”. L’obiettivo doveva essere duplice: da un lato dare fiato ai reparti che hanno problemi di organico, dall’altro consentire ai giovani medici di fare una prima esperienza, accanto a medici più esperti, prima di avviarsi alla pratica della medicina di base sul territorio. Sul progetto c’erano aspettative elevate, tanto che nella delibera in cui si dava il via libera al progetto si parlava della possibilità di creare una graduatoria da cui scegliere i medici in base alle esigenze. Ma non è andata così.

Codici verdi e bianchi

Al pronto soccorso resta il problema (annoso) dei codici verdi e bianchi che rappresentano la stragrande maggioranza degli accessi nelle strutture trentine: 184 mila su 221 mila, pari all’83 per cento. Proprio parte di queste situazioni, le più semplici e meno urgenti, sarebbero state affidate ai nuovi medici di base. Anche perché - come l’azienda sanitaria ha sempre sostenuto, in accordo con i vertici del pronto soccorso - proprio i medici di base, negli ambulatori sul territorio, dovrebbero essere il soggetto di riferimento per i pazienti che chiedono assistenza sanitaria non urgente. La retribuzione prevista per i medici che fossero stati interessati all’attività di pronto soccorso era di 46 euro all’ora, per un impegno massimo di 150-160 ore di lavoro attivo e una retribuzione massima annuale complessiva di 80 euro.

Concorsi deserti

Se i neo-diplomati in medicina di base non saranno la soluzione dei problemi di organico del pronto soccorso, difficilmente potranno esserlo eventuali nuovi concorsi: varie selezioni di personale in libera professione bandite tra la primavera e l’estate, infatti, non hanno dato i risultati sperati.

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