SANITA'

I medici: «Santa Chiara, ospedale troppo vecchio» 

I medici spiegano come non vedano l’ora che si costruisca la nuova struttura. «Sono 28 anni che se ne parla, ma sono stati fatti molti errori anche dalla politica»



TRENTO. «Ormai quella dell’ospedale è una vera e propria saga ultradecennale. Sono entrato a lavorare al Santa Chiara nel 1990 e già allora si parlava del nuovo ospedale. Sono passati 28 anni e ancora siamo lì e di quello nuovo non si sa nulla». Marco Scillieri, segretario del sindacato dei medici ospedalieri Anao-Assomed spiega che i medici dell’ospedale non vedono l’ora di avere a disposizione la nuova struttura, ma aggiunge anche che sono stati fatti molti errori: «In questi anni le abbiamo sentite tutte, dalle ristrutturazioni pesanti a quelle leggere passando poi alle ipotesi di costruzioni nuove con varie ipotesi di collocazione.

Non so bene quale sia la vera causa di tutto questo ritardo, ma è chiaro che la componente politica non ha saputo prendere le decisioni giuste. E ormai l’ospedale mostra tutta la sua età. Un buon igienista direbbe che un ospedale dovrebbe essere costruito da zero ogni vent’anni perché solo così si avrebbero impianti, anche idraulici, sempre efficienti e sicuri. Ovviamente questo sarebbe l’ideale. Però adesso il Santa Chiara mostra vari problemi proprio anche dal punto di vista degli impianti. Poi non so bene perché accada, magari sono solo delle coincidenze e non voglio accusare nessuno, però è anche accaduto che siano stati fatti lavori di risanamento e che poi, una volta finiti, ci sia piovuto dentro.

Per carità, non voglio buttare la croce addosso a nessuno, però osservo che ci sono state parecchi errori. Ormai il Santa Chiara ha 50 anni ed è venuto il momento di sostituirlo perché è diventato vecchio anche dal punto di vista della logistica. Con il passare degli anni sono cambiate le esigenze. Ad esempio, un tempo le degenze erano molto più lunghe. Adesso si sono ridotte anche per interventi e patologie importanti. Mentre sono aumentate esigenze di altro genere. Per questo motivo serve una struttura nuova che possa rispondere a queste esigenze, oltre che per evitare i numerosi problemi che possano derivare da una struttura vecchia. E’ venuto il momento di avere una struttura moderna che sappia rispondere alle nuove necessità organizzative. Una struttura che non abbiamo solo a causa di mille pastoie».

Anche Piergiorgio Casetti, rappresentante del sindacato degli anestesisti Aaroi sottolinea che il Santa Chiara ormai non può andare avanti troppo a lungo: «Dal punto di vista pratico è chiaro che il Santa Chiara va cambiato il prima possibile. Non risponde più elle rinnovate esigenze della medicina e quindi è necessario avere una struttura nuova. Speriamo in tempi abbastanza brevi».

Sonia Brugnara della Cimo punta l’attenzione su un altro aspetto: «I nostri iscritti ci fanno notare che c’è bisogno di parcheggio. Venire a lavorare in un quartiere ormai stretto dal traffico è difficile. La mattina non si trova posto e non possiamo rinunciare all’auto, dal momento che non abbiamo orari fissi». Per quanto riguarda la struttura ospedaliera, invece, sembra che sia subentrata una certa rassegnazione: «Abbiamo aspettato tanto e penso che possiamo aspettare ancora un altro po’». Resta il fatto che dal 2001 ad oggi l’Azienda sanitaria e la Provincia abbiano speso più di 140 milioni di euro per mantenere in efficienza il Santa Chiara. Se si pensa che la nuova struttura costerà circa 300 milioni si capisce come siano stati soldi che si potevano risparmiare. (u.c.)













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