VIA DEI VENTUNO

I 21 eroi fucilati nel 1848 al Buonconsiglio



 TRENTO. Il tratto di strada che prosegue da via Bernardo Clesio davanti al Castello del Buonconsiglio ed arriva fino a piazza Venezia è via dei Ventuno. Si caratterizza come una delle strade più strette e più trafficate della città tanto che da anni si ipotizza, forse si favoleggia, di scavare un tunnel, ma chissà per quanto tempo dovremo tenercela ancora così.  Il maggiore ostacolo al tunnel, emerse qualche tempo fa, è costituito dagli straordinari affreschi dei Ciclo dei Mesi nella torre dell'Aquila del castello. Lo scavo nel sottosuolo potrebbe provocare vibrazioni con rischi di stabilità della torre e di conservazione dei dipinti che risalgono alla fine del tredicesimo secolo. Chi sono questi Ventuno celebrati con l'intitolazione di quella via? Sono 21 eroi che vennero fucilati il 16 aprile 1848 nella Fossa del castello del Buonconsiglio. Morirono cioè nello stesso luogo in cui nel 1916 vennero giustiziati Cesare Battisti, Damiano Chiesa e Fabio Filzi. Quei 21 erano giovani soprattutto di Bergamo che nella primavera del 1848, durante le settimane della prima Guerra di indipendenza, si erano arruolati nei Corpi franchi arrivando fino al lago di Santa Massenza. L'obiettivo della colonna militare era di marciare su Trento per liberarla da quello che veniva chiamato "il giogo austriaco". Il piccolo esercito fu bloccato il 15 aprile 1848 dagli austriaci che catturarono 21 di quei giovani in divisa, i quali, portati al Buonconsiglio, furono fucilati il giorno successivo. Si racconta che, prima di essere ucciso, uno dei prigionieri di nome Blondel abbia donato il proprio orologio ad uno dei suoi fucilatori. Nel 1859 i resti dei 21 giovani bergamaschi venero tolti dalla sepoltura nella Fossa del castello e chiusi in un'urna poi deposta nella cappella Larcher nel cimitero cittadino. E proprio da qui quell'urna venne prelevata un secolo dopo quando domenica 20 giugno 1948 venne solennemente trasportata su un affusto di cannone fino al Buonconsiglio. Nel castello, al termine di una cerimonia, fu consegnata dal sindaco di Trento Tullio Odorizzi al sindaco ed alle autorità di Bergamo che la deposero poi nel famedio della loro città. Lungo il viaggio di ritorno le autorità bergamasche si fermarono a Padergnone dove venne deposta una corona di alloro al cippo collocato sul colle verso il lago di Santa Massenza dove si svolse la battaglia e dove i 21giovani vennero catturati.

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