L'INSTALLAZIONE

Grande Guerra, in piazza Dante un'installazione in ricordo dei caduti trentini

Inaugurata oggi, 17 ottobre, resterà in piazza fino all'11 novembre



TRENTO. I treni militari che partirono dalla stazione di Trento tra l'agosto 1914 e la fine del primo conflitto mondiale portarono i soldati trentini in Galizia, sui Carpazi, in Bucovina, Serbia e Italia. Nel 1915, all'entrata di guerra dell'Italia, circa 700 si arruolarono come volontari nell'esercito italiano. Di quanti erano partiti, tra i 64 mila e i 72 mila, più di 12.000 persero la vita. Oggi, in piazza Dante, si è ricordato quel periodo storico, con l'inaugurazione di una installazione in ricordo dei caduti trentini. In piazza Dante si trovano infatti due vagoni dell'epoca (prestati da Trenitalia) a monito di quella tragedia umana per molti anni dimenticata. Dentro i vagoni due schermi che mostrano immagini in bianco e nero e, nella vicina sala Depero, nel palazzo della Provincia, un altro monitor mostra i nomi di tutti i caduti. L'installazione rimarrà in piazza Dante fino all'11 novembre, giorno simbolico che rimanda alla fine della prima guerra mondiale. I soldati austro ungarici di lingua italiana del Trentino, Venezia Giulia, Istria e Dalmazia, morti nelle fila dell'imperial regio esercito, non vennero infatti né ricordati dagli sconfitti, visto che l'impero austro ungarico si dissolse, né dal Regno d'Italia, vincitore. «L'idea è risanare quella ferita a cento anni dalla fine della guerra, ricordando tutti i trentini morti, quelli sotto bandiera austroungarica ed i volontari arruolati nell'esercito italiano», spiega il direttore del Museo storico trentino, Giuseppe Ferrandi. Alla cerimonia erano presenti anche il presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi, quello del Consiglio provinciale, Bruno Dorigatti, ed il sindaco, Alessandro Andreatta, oltre al presidente dell'Ana di Trento, Maurizio Pinamonti. «A cento anni di distanza era giusto ricordare e reintegrare nella memoria collettiva questi 12.000 soldati morti con la divisa austro ungarica. A Castel Dante, a Rovereto, avremo tra un pò la possibilità di vedere scritti tutti i nomi dei caduti e sarà un ulteriore passaggio importante», commenta Ferrandi.













Scuola & Ricerca

In primo piano