Giustizia, il personale sciopera «Servono più assunzioni»

Trento. Dipendenti della giustizia in sciopero il 7 giugno. Lo hanno indetto Fp Cgil (Diaspro), Fp Cisl (Pallanch) e Uil Fpl (Tomasi) «dopo un lungo ma vano tentativo di conciliazione - denunciano...



Trento. Dipendenti della giustizia in sciopero il 7 giugno. Lo hanno indetto Fp Cgil (Diaspro), Fp Cisl (Pallanch) e Uil Fpl (Tomasi) «dopo un lungo ma vano tentativo di conciliazione - denunciano - davanti al Commissario del Governo». I sindacati denunciano un peggioramento delle condizioni degli uffici giudiziari a seguito delle delega di funzioni dallo Stato alla Regione• Che riguardano, per Cgil, Cisl e Uil, «le gravi condizioni di carenza di organico – il dato di scopertura nel distretto giudiziario del Trentino Alto Adige è del 37,7% a fronte della media nazionale del 20,78% - che determinano condizioni non più sopportabili, con accorpamenti di strutture, aumenti di carico di lavoro degli addetti che devono sobbarcarsi competenze dei colleghi andati in pensione e non sostituiti». «Malgrado richieste reiterate di provvedere con urgenza ad un piano assunzionale non più rinviabile, siamo di fronte, ancora oggi, ad impegni non tradotti in provvedimenti certi, come invece avvenuto con il bando di concorso per assistenti giudiziari in Alto Adige deliberato il 18 gennaio scorso. Particolarmente grave la situazione del Tribunale di Rovereto dove è stato necessario ridurre l'orario degli sportelli del 50% e la chiusura nella giornata del martedì, oltre a chiudere di fatto l’ufficio corpi di reato e quello delle spese di giustizia per mancanza di funzionari». C’è poi la questione dell’intervento unilaterale sull’orario di lavoro intervento che per i sindacati « è inaccettabile, poiché consegna di fatto all’autonoma decisione del capo dell’ufficio l’attribuzione della tipologia di orario del dipendente». E poi ci sono «I sempre più frequenti problemi di manutenzione degli uffici che mostrano in modo inequivocabile l’inadeguatezza nella gestione di una delega che avrebbe dovuto rappresentare il salto di qualità sul territorio, mentre ad oggi il confronto con la gestione ministeriale appare paradossalmente impietoso».















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