Ghezzi si taglia la sua indennità: «La do ad Astalli»

TRENTO. Paolo Ghezzi si taglia un quarto della propria indennità di Consigliere regionale. Ed il rappresentante di Futura 2018 decide di autosforbiciarsi l’importo lordo perché, calcoli alla mano, l’i...



TRENTO. Paolo Ghezzi si taglia un quarto della propria indennità di Consigliere regionale. Ed il rappresentante di Futura 2018 decide di autosforbiciarsi l’importo lordo perché, calcoli alla mano, l’importo a cui Ghezzi finirà per rinunciare in questo modo sarà di circa 2500 euro contro i 1300 del netto. In una legislatura una bella sommetta, ovvero 60 mila euro. «É così. Ed io, in un momento in cui la giunta provinciale sceglie di non investire più sull’accoglienza, scelgo provocatoriamente di devolvere la somma cui rinuncio a favore dell'ente no profit di solidarietà sociale onlus Astalli» spiega Ghezzi.

Il consigliere sa benissimo che il tema della rinuncia di una parte della propria indennità si porta appresso anche delle letture malevole: «Ma qui non stiamo parlando delle somme che i consiglieri, anche noi di Futura lo facciamo per una quota, devolvono al proprio partito. Quelli sono un’altra cosa. Io intendo dire con chiarezza alla presidenza del Consiglio regionale che i soldi a cui rinuncio debbono finire in un fondo dedicato e andare a favore di chi ho indicato» osserva Ghezzi.

Un fondo specifico

E qui si apre un altro aspetto. La possibilità di rinunciare ad una parte della propria indennità è prevista da una legge regionale, anche recente: «Infatti. Lo prevede l'articolo 1 della legge regionale 24 maggio 2016. Ma questi finanze non hanno una destinazione stabilita. E se, per questo motivo, la presidenza del consiglio regionale dovesse rispondere negativamente alla mia proposta sono pronto a presentare un disegno di legge regionale che confermi la possibilità di rinunciare a tutta l’indennità consiliare o a parte di essa. Ma vincolandone la destinazione a fini sociali, eventualmente prevedendo un fondo dove far confluire gli importi oggetto di libera rinuncia da parte dei consiglieri regionali».G.T.













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