Fugatti-Andreatta, il rebus dei vigilantes 

Guardie giurate o polizia locale? Tolto dalla delibera (che il 19 andrà in Consiglio autonomie) il termine «luoghi di culto»



TRENTO. Mercoledì prossimo dovrebbe essere la volta buona. Quella in cui il Consiglio delle autonomie locali darà via libera alla delibera della Provincia per un progetto di controllo pubblico-privato in aree sensibili della città, ma non solo: estendibili ad altre località che lo dovessero richiedere.

Ieri in giunta del Cal si è tenuta una riunione a porte chiuse alla presenza sia del presidente della Provincia Maurizio Fugatti che del sindaco di Trento, Alessandro Andreatta. I presenti assicurano che la posizione del primo cittadino del capoluogo sia quella di un disco verde alla delibera, quindi come promesso entro metà dicembre, ma con lo slittamento di un progetto esecutivo alla fine di gennaio.

Tutto bene? Insomma, non sarà un dettaglio il come l’idea verrà tradotta dalle parole ai fatti. Il perché è presto detto: nella prima riunione del suo esecutivo Fugatti aveva detto di voler mettere a disposizione 50 mila euro per garantire un servizio di vigilanza privata in Santa Maria, edificio simbolico in una delle zone della città alla prese con problemi legati alla microcriminalità. Ma la scelta di una chiesa e il ricorso ai vigilantes aveva trovato la contrarietà del sindaco.

L’idea, accolta come positiva di un maggiore controllo in città, è stata trasformata in una presenza diffusa in diverse parti di centro, non solo luoghi di culto, e il sindaco insiste che nella delibera mai si parla di guardie giurate ma di contributi per progetti «da parte di soggetti pubblici e privati».

Dunque nel braccio di ferro tra presidente della Provincia e sindaco la forma è certamente sostanza e se la sorveglianza non verrà garantita da servizi privati non si capisce cosa possa e debba cambiare rispetto ad oggi, con le forze dell’ordine già in difficoltà a coprire i normali servizi quotidiani.

Nella giunta del Cal ieri si è tornato anche a ragionare su un possibile corpo di polizia municipale, a scavalco cioè tra i vari campanili, una “polizia provinciale” che rimane ancora poco più che abbozzata per limiti legislativi ed organizzativi ancora tutti da verificare. Dovrebbe essere ancora una volta la Provincia a garantire la regia del tutto, compreso l’addestramento. Già con la famosa pattuglia antidegrado varata da Palazzo Thun si sono materializzate tante difficoltà. Fugatti, la Lega, hanno in animo di dare un segnale sulla questione della sicurezza, il sindaco è d’accordo. Ma passare dalle parole ai fatti è più arduo.

(g.t.)













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