Fravezzi: evitare l’aumento dell’Iva

Il candidato del centrosinistra: «Uno Stato più affidabile e meno vincoli di stabilità per le amministrazioni locali»


di Paolo Morando


TRENTO. Quarantacinque anni, sindaco di Dro dal 2005, membro della giunta del Consiglio delle autonomie, l’ex coordinatore provinciale dell’Upt Vittorio Fravezzi è il candidato del centrosinistra autonomista nel collegio di Rovereto del Senato. E proprio sui temi legati alla specialità del Trentino ha deciso di puntare la propria campagna elettorale. «Negli incontri con i cittadini cerco di spiegare l’accordo politico della coalizione che mi sostiene - afferma - e quanto la soluzione dei problemi nazionali influirà sulle nostre prerogative autonomistiche. Si tratta di questioni strettamente collegate.

Fravezzi, quanto un senatore può incidere sui problemi specifici del territorio?

Se eletto intendo mantenere un collegamento con le comunità che compongono l’intero collegio: naturalmente nel rispetto dei diversi livelli di competenze istituzionali, ma comunque in forte sinergia.

Quali i temi territoriali su cui si impegnerà se eletto?

Il collegio è grande, i problemi sono diversi. Rovereto ha lanciato importanti progetti sulla cultura. Ma c’è un filo che collega Vallagarina, la zona del Garda e le Giudicarie: i temi del lavoro. In Vallagarina il futuro del settore manifatturiero è molto sentito: infatti c’è anche una grande aspettativa relativa alla delega alla Provincia sugli ammortizzatori sociali, non solo in termini di sostegno al reddito ma soprattutto per le politiche attive. Sull’economia lo Stato dovrà dare segnali concreti. E nel rapporto con gli enti locali andrà allentato il Patto di stabilità per i Comuni più virtuosi e per la stessa Provincia: solo così si potranno rimettere in circolo risorse per rilanciare settori che ne hanno bisogno.

I problemi dell’Alto Garda e delle Giudicarie?

L’economia del Garda è basata soprattutto sul turismo e il commercio, ma naturalmente anche lì c’è forte preoccupazione. In Giudicarie e Rendena invece i temi della montagna sono i più sentiti. Andrà garantito un raccordo territoriale sui servizi essenziali, recuperando finalmente un quadro nazionale di credibilità e serietà, per fare in modo che nessuno si senta più un cittadino di serie B.

Ha pensato al suo primo eventuale disegno di legge?

Ne servirebbero mille... Prima di tutto, credo che si dovranno votare provvedimenti economici che possano scongiurare l’incremento dell’Iva, che è dietro l’angolo. C’è poi il problema della corruzione, che va estirpata, anche per attirare in Italia capitali e investitori. Ma con una buona maggioranza parlamentare di centrosinistra si dovrà anche portare avanti il tema delle riforme: penso alla prospettiva del terzo Statuto di autonomia. Ma va riformato anche il sistema parlamentare: i ruoli di Camera e Senato vanno differenziati.

E la legge elettorale?

Certo, ci si dovrà mettere mano. Da noi al Senato vige ancora il “Mattarellum”. E per fortuna, dico io. Va recuperata quell’impostazione, con gli eletti davvero rappresentanti del territorio. Lo dico da sindaco: la politica è un’arte nobile, con i cittadini non si può bluffare.

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