Fondi europei, è allarme per i ritardi 

Il certificato antimafia blocca i contributi. Calliari (Coldiretti): «Arrivati quelli del 2015». Dallapiccola:«Liquidati 13 milioni»


di Sandra Mattei


TRENTO. Ogni anno l’odissea si ripete. Per gli agricoltori che attendono i contributi della Comunità europea i ritardi si accumulano. Si tratta dei cosiddetti Pac (Politica agricola comunitaria) e Psr (Piano sviluppo rurale), nonché agroambiente, per capirsi quelli riferiti agli sfalci e agli alpeggi, già stanziati dall’Europa e che sono distribuiti attraverso l’Agea (l’Agenzia che autorizza i pagamenti) alla quale si è aggiunta da qualche anno l’Appag della Provincia. Fatto sta che, per un motivo o per l’altro, succede che i soldi arrivino sempre in ritardo e attualmente succede che siano arrivati i contributi del 2015 ed in parte quelli dell’anno scorso, mentre per gli anticipi del 2017 bisognerà aspettare la primavera prossima. Il malessere tra gli agricoltori è grande, perché sono in molti a fare affidamento su soldi già stanziati, ma se ritardano molti sono costretti a ricorrere alle banche.

Un agricoltore ed allevatore della Valle dei Laghi si sfoga: «C’è sempre qualche motivo: una volta si tratta del sistema informatico che non funziona, un’altra delle certificazioni nuove introdotte. Molti di noi sono in difficoltà, perché su quei soldi facciamo affidamento per investimenti ed acquisti. Siamo così costretti a rivolgerci alla banca per un prestito, ma se i ritardi si accumulano, con i mutui non funziona così». L’assessore competente Michele Dallapiccola però precisa che da parte della Provincia c’è stato il massimo impegno per aggiornare in propri sistemi informativi. «La nuova Pac, che va dal 2014 al 2020, - spiega - richiede dei sistemi informativi specifici ed è per questo che ci siamo messi in regola con l’anno scorso. Quest’anno abbiamo potuto liquidare i pagamenti del 2015 e ci apprestavamo a sistemare anche quelli rimasti indietro. Ci sono infatti alcuni agricoltori che sono stati scelti a campione da Agea per i controlli e sono in attesa, perché l’Agenzia nazionale non è ancora aggiornata con il proprio sistema informativo. Se non che, in novembre, il governo ha deciso di varare una norma che richiede per i pagamenti il certificato antimafia e questo ha rimesso tutto in discussione. A questo punto abbiamo fatto il possibile per liquidare i soldi entro il 17 di novembre, mettendo a disposizione 13 milioni di premi, che corrispondono all’80 per cento dei contributi. Nell’assemblea delle politiche agricole che si riunisce a Roma, la settimana scorsa tutti i miei colleghi si sono dimostrati molto preoccupati per questa situazione, perché il Commissariato del Governo impiegherebbe mesi per la verifica dei certificati antimafia, rallentando le pratiche». In parlamento hanno bloccato questa norma con due emendamenti: prima ci ha provato al Senato Hans Berger che ha chiesto di esentare dal certificato i contributi sotto i 5.000 euro. In seguito, con il decreto fiscale, Panizza ed un altro collega valdostano hanno chiesto di innalzare il tetto a 25 mila euro. «Fortunatamente - commenta Dallapiccola - la maggior parte dei nostri contributi sono sotto questa soglia. Ora i pagamenti sono chiusi, si riaprirà il 15 gennaio e chi non ha ancora avuto i soldi del 2016 li avrà con un ritardo di un mese. Chi invece ha contributi sopra i 25 mila euro, dovrà presentare il certificato antimafia, ma essendo in pochi, l’iter dovrebbe essere veloce mentre gli altri agricoltori avranno i contributi con l’inizio dell’anno. Rimangono una trentina che attendono quelli del 2015». In definitiva su 12 mila partite Iva, sono circa 30 da completare. Il resto sono i saldi del 2016 e gli anticipi per il 2017.

Il presidente della Coldiretti Gabriele Calliari ammette che i problemi ci sono e che la situazione è però migliorata rispetto a due mesi fa, quando c’erano state proteste da parte degli agricoltori. «In questi ultimi mesi - afferma - sono arrivati i soldi del 2015 e stanno arrivando anche quelli Psr e Pac 2016. Questo anche grazie alla mobilitazione della categoria: io ero a Roma anche due giorni fa per tentare di sbloccare la situazione. Va detto infatti che sono fondi già stanziati, ma è alla base delle agenzie per il pagamento che qualcosa non funziona. Questo è inaccettabile perché il mondo agricolo svolge un lavoro che è utile per la comunità e dovrebbe essergli riconosciuto».















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