caldonazzo

Finge di avere una figlia morta per truffare un’anziana

Le aveva detto che gli servivano i soldi per la tomba e i fiori per la piccola di 3 anni ed era riuscito a raggirare la 90enne per 1.805 euro. Ieri è stato condannato



TRENTO. «Sono disperato, sono malato ed è morta mia figlia di appena tre anni. E non ho neppure i soldi per comperarle la bara e dei fiori». Una storia strappalacrime quella che un uomo di 30 anni, serbo di origine ma residente nella zona di Caldonazzo, ha raccontato ad una donna di 90 anni. Una storia di un’infinita tristezza che ha convinto la donna a dare all’uomo 450 euro. I due non si conoscevano ma l’anziana ha avuto comunque questo moto di generosità per aiutare un uomo che - le aveva raccontato - stava attraversando un momento difficile e straziante della propria vita. Una generosità che, ma questo si è scoperto solo in seguito e dopo altre elargizioni, aveva portato a dar dei soldi ad un truffatore. Che si era assolutamente inventato sia la sua malattia che la morte di una bambina.

Ma è stato proprio il terribile lutto che l’uomo ha usato per far leva nel cuore della donna anche quando si è ripresentato a casa di quest’ultima spiegando che aveva bisogno ancora di soldi. In particolare voleva 850 euro perché doveva comperare la tomba nel cimitero di Borgo dove sua figlia era stata seppellita dopo esser morta nell’ospedale dello stesso paese.

Anche in questo caso tante lacrime e tanta disperazione da parte dell’uomo che alla fine era riuscito a farsi dare il denaro. E come nel primo caso aveva sottoscritto una sorta di ricevuta. Con un nome falso. Il giorno dopo, l’ennesima richiesta di denaro: 505 euro per poter acquistare una tomba per la bimba, questa volta nel cimitero di Caldonazzo. In pochi giorni, dunque, l’uomo era riuscito a farsi dare dall’anziana 1.805 euro. Che naturalmente non aveva alcuna intenzione di restituire. E che non dovevano essere usati per garantire una degna sepoltura ad una bambina di tre anni. Che non era mai esistita.

La certezza per la 90enne di esser stata truffata è arrivata quando ha raccontato la storia ad un carabiniere della stazione di Caldonazzo. C’erano tante incongruenze nella ricostruzione dei fatti e dopo le verifiche è stata scoperta l’identità dell’uomo (diversa da quella con cui si era presentato all’anziana) ed è stato ricostruito il quadro accusatorio che ha poi portato al capo d’imputazione per truffa. Ieri la vicenda si è conclusa (siamo in primo grado) con una condanna del serbo ad un anno e quattro mesi.













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