«Faremo noi i corsi d’italiano ai migranti» 

Il bilancio di fine anno del sindaco con una promessa: «La città è solidale, dobbiamo garantire l’integrazione per il bene di tutti»


di Sandra Mattei


TRENTO. Il sindaco Alessandro Andreatta non perde l’occasione, per i tradizionali gli auguri di fine anno ai giornalisti, di prendere le distanze dalla politica dei tagli all’accoglienza del governo giallo verde, applicata pari pari dal governatore Fugatti. Chiarisce Andreatta, rivolto ai giornalisti: «La nostra amministrazione vuole essere coerente con lo Statuto della città e camminare con il passo degli ultimi». E, nel corso dell’intervista alla carta stampata, precisa: «Con l’assessora Mariachiara Franzoia stiamo valutando soluzioni per garantire i corsi d’italiano sui quali sono stati tagliati i fondi, come per gli alloggi. Lo Statuto dice che Trento è una città d’incontro, dialogo e confronto con tutte le culture, le religioni e le categorie del pensiero. Come faccio ad applicare questi obiettivi se non garantisco agli stranieri i corsi di italiano, primo veicolo per integrarsi? Quello che potremo fare, per far stare meglio gli stranieri e tutta la comunità, lo faremo a partire da gennaio». E ieri al posto dello scambio di regali con i giornalisti, il sindaco e il presidente dell’Ordine Mauro Keller hanno devoluto una somma al Punto d’Incontro.

Sulla sicurezza vi siete scontrati con la giunta leghista per la delibera per i vigilantes, poi scomparsi dal testo. Avete già delle idee sul progetto previsto con i 50 mila a disposizione?

La sicurezza si collega all’accoglienza, perché se la gente si lamenta dei migranti che dormono al Santa Chiara o sotto i ponti, bisogno dare risposte. Abbiamo accettato il progetto sperimentale per un anno previsto con la delibera, anche se abbiamo precisato che deve coinvolgere tutti i luoghi, non solo quelli di culto. Voglio capire che margini abbiamo, se Fugatti mette a disposizione lo spazio fisico noi siamo disponibili a fare la nostra parte, come in precedenza con i richiedenti asilo di terra, per i quali pagavano il vitto. Abbiamo tempo fino a gennaio per definire il progetto, senza dimenticare che gli ultimi sono anche nella nostra comunità. Il mio impegno per una maggiore equità sociale, è il motivo per cui sono entrato in consiglio comunale nel ’95.

Mancano 17 mesi alla conclusione della consiliatura: quali gli impegni principali da affrontare?

Ci attende la revisione del Prg, che intendo portare in aula entro giugno. Abbiamo già fissato due riunioni della commissione urbanistica il 9 e l’11 gennaio, ma ci saranno 3 o 4 sedute ogni mese. Si tratta di ridefinire le precedenti ipotesi per una trentina di aree, sulle quali c’erano dei piani attuativi. Alcuni sono ancora attuali, altri hanno meno senso, altri ancora è bene cambiarli perché non c’è interesse: per tutte abbiamo un’ipotesi. Altri impegni sono semplificare le sigle urbanistiche e dare un’impronta green al territorio, perché c’è uno spazio terzo, il verde che va destinato all’agricoltura, anche in vista di uno sviluppo del turismo eno - gastronomico. Senza dimenticare la previsione del collegamento del Bondone, richiesta che è venuta forte e chiara dagli operatori ascoltati nel masterplan.

Il Prg dovrà prevedere anche l’altra importante partita dell’interramento della ferrovia?

Certo, l’idea di Busquets è tornata in auge grazie all’accordo con la Provincia, il ministero delle infrastrutture e le Ferrovie italiane. C’è perciò la conferma tecnica che si può fare, ora si sta affrontando il rapporto costi benefici e capire chi ci può mettere le risorse. Ora sappiamo che grazie allo spostamento dell’alta capacità sotto la collina Est e, provvisoriamente, del traffico passeggeri, sarà possibile l’interramento dell’alta velocità sotto la città per un tratto di 3 chilometri, dallo scalo Filzi fino a sud del cimitero, per recuperare quella fascia di territorio sulla quale Busquets aveva previsto i boulevard. Il riuso del territorio, con il trasporto pubblico, percorsi pedonali e ciclabili nel verde al posto dei binari, è la grande intuizione di Busquets che ora ridiventa attuale.

Un’altra scommessa che attende da anni è la riqualificazione dell’ex Italcementi. Quali i tempi?

Conto di arrivare ad una definizione nei primi sei mesi del 2019. Abbiamo già avuto vari incontri con Patrimonio del Trentino e ci ha già lavorato molto l’assessore Paolo Biasioli. Ora si tratta di accogliere alcuni punti fermi, presentati dagli abitanti di Piedicastello, per completare quello che sarà la riqualificazione del quartiere. Terremo conto delle loro richieste per salvaguardare il borgo antico, prevedendo appartamenti, negozi di vicinato, lo studentato, il Cibio ed il centro espositivo, che deve trovare nuova collocazione per permettere all’Università di realizzare la nuova mensa al Cte. Il centro espositivo potrà accogliere sia le fiere, che i grandi eventi, che richiamano dalle 2000 alle 5000 persone, spazio che manca alla città.

Questo per il futuro. C’è qualche cosa che non rifarebbe, tornando indietro?

C’è stato il passaggio difficile del rimpasto, criticato da alcuni. Mi sono assunto ogni responsabilità nella logica di proseguire al meglio, mantenendo fede al programma del 2015. Ho voluto chiamare a responsabilità davvero tutti, pur con le mediazioni e le tensioni inevitabili. E i risultati sono arrivati, sulla piscina, l’ex Lettere, l’indennità alle circoscrizioni, il piano di via dei Castori.

Ora si prenderà una vacanza?

Di solito faccio un viaggio di qualche giorno ai primi di gennaio, scelgo le città d’arte italiane. Ma sto aspettando proprio in questi giorni la nascita del mio secondo nipote, dopo Leonardo, ed allora forse rinuncerò per stare vicino a mia figlia.













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