Eugenio, il geometra che ha scelto Cima d’Asta

Bortolon, 22 anni, diplomato con 95 su 100, ha scelto il lavoro in rifugio: «Gli amici certe volte mancano, ma certi paesaggi riescono a toglierti il fiato»


di Silvia Fattore


VALSUGANA E TESINO. Ci sono ragazzi che ad un certo punto della loro vita decidono di intraprendere strade particolari e di dare una svolta alla propria vita. E' questo il caso di Eugenio Bortolon, giovane con un diploma di geometra, che ha scelto di lasciare tutte le comodità di una vita in paese per trasferirsi a Cima d'Asta e lavorare in un rifugio a 2480 metri di altitudine.

Eugenio Bortolon nasce nel 1992 a Borgo. Nel 2011 si diploma con il titolo di geometri e periti edili con una valutazione di 95 su 100. Due giorni dopo aver raggiunto questo traguardo parte per la sua prima stagione al rifugio alpino della Sat Ottone Brentari in Cima d'Asta, che al tempo era gestito da Simone Groff ed Emanuele Tessaro, entrambi del Tesino. Nella stagione successiva intraprende tre lavori: geometra in uno studio di Borgo, cameriere in una pizzeria del Tesino e autista per una cooperativa sociale di Trento. Poi un viaggio negli Stati Uniti d’America “on the road” tra California, Arizona, Nevada, Utah, Sud Dacota, Colorado con un auto acquistata al momento. Ma la passione per la montagna è troppo forte, ed Eugenio decide di trasferirsi in alta quota e lavorare al rifugio in Cima d'Asta.

«Ho fatto questa scelta - racconta Eugenio - principalmente per una questione di benessere personale. Ho sempre amato il contatto con i turisti e la natura. A cima d’Asta si alternano momenti dove incontri centinaia di perone tutti i giorni di qualsiasi parte del mondo a giorni in cui non vedi anima viva e allora ti dedichi ad una buona lettura a 2480 metri».

L'idea di intraprendere questa strada, Eugenio, ha cominciato ha coltivarla ancora qualche anno fa, «quando nel 2010 ho conosciuto il gestore del rifugio, Emanuele Tessaro. Fin da subito siamo andati d'accordo così mi ha proposto di venire ad aiutarlo in montagna. Il Cima d'Asta è un luogo bellissimo con dei paesaggi mozzafiato. Certo, non posso negare che gli amici e le feste paesane mi sono mancate delle volte, ma spesso gli amici di sempre salgono al rifugio a trovarmi. Dei miei mesi in Cima d'Asta ho molti bei ricordi, ma il più bello è di quando una notte, dopo una giornata di duro lavoro, mi sono ritrovato a rientrare al rifugio. C'era un cielo così sereno che sono riuscito a scorgere le luci di Bologna».

A fine settembre il rifugio Brentari ha chiuso e così anche Eugenio ha lasciato le montagne, ma l'esperienza gli è rimasta nel cuore. «Vorrei ringraziare tutte le persone che mi hanno accompagnato nel corso della stagione in particolare Fabrizio Tessaro, l'aiuto cuoco detto Cancio, Simone Groff ed Emanuele Tessaro, i gestori, Monica Daniele la cameriera ed Elisa Battisti e Patrizia Taufer che ci hanno raggiunto ogni weekend e durante le ferie di ferragosto. La conca del Tesino negli anni è sempre più andata a perdersi. Questa valle, però, ha un enorme potenziale inespresso che deve passare attraverso piccoli progetti come il nostro del Cima d'Asta, e tanta passione».

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