Ecco come la Deloitte vinceva le gare indette da Trento Rise 

Dalle carte emerge che i vertici della società sapevano di aver vinto l’appalto mesi prima del bando La collaborazione era stata discussa in una cena a Villa Madruzzo con Dellai e Dalmonego


di Ubaldo Cordellini


TRENTO. La maxiconsulenza da 7 milioni e 474 mila euro era destinata a Deloitte già prima della gara. E il responsabile della sede trentina della società di consulenza, Massimo Bonacci, già lo scriveva in molte mail nell’autunno 2011, molto prima della gara. È quanto emerge dalle carte sull’inchiesta della Guardia di Finanza coordinata dai pm Pasquale Profiti e Alessia Silvi. La scorsa settimana, tre filoni dell’inchiesta sono stati definiti davanti al giudice Marco La Ganga con la condanna a un anno per turbativa d’asta dell’ex direttore generale della Provincia Ivano Dalmonego, a un anno e 4 mesi per Andrea Grianti e Roberto Bona e il patteggiamento a un anno e sei mesi per Bonacci e a sei mesi per il suo collaboratore Patrick Oungre.

Le carte della Finanza descrivono un quadro in cui la decisione di affidare alla Deloitte il pcp Modelli era stata presa ben prima della gara. Non solo, la Deloitte mirava anche a instaurare un rapporto duraturo per aggiudicarsi anche altri pcp, anche grazie a interventi di alto livello, come quelli di Dalmonego. Un quadro che sarebbe stato discusso e approvato in una cena con l’allora presidente della Provincia Lorenzo Dellai che, è bene ricordarlo, non è mai stato indagato in nessuno dei filoni d’inchiesta. Bonacci in una serie di e-mail a soci e partners vantava rapporti con personaggi come il presidente di Trento Rise Fausto Giunchiglia e come lo stesso Dalmonego e diceva che la società avrebbe dovuto aprire una sede in Trentino. In una mail del 31 ottobre 2011 Bonacci scrive a un partner: «L’accordo sarà fatto con Trento Rise il cui presidente Fausto Giunchiglia è mio amico. È sempre con loro che noi dovremmo siglare in ppc la nostra collaborazione in merito al centro di innovazione organizzativa e di business e, se riusciamo, anche con il data analytcs spostando la partita iva della società nuova che dovremo acquisire. Per ora non vedo la necessità anche per evitare che venga fuori che noi sappiamo troppe cose».

Secondo gli investigatori della Finanza, Deloitte e Trento Rise stavano organizzando una collaborazione, tanto che una dipendente di Deloitte ha girato a Bonacci delle slides che illustravano il progetto di riorganizzazione della Provincia voluto dall’allora presidente, slides che si chiamavano “Nuovo modello Dellai”. Dopo aver ricevuto queste slides, il 3 novembre 2011, Bonacci scrive ad altri funzionari della Deloitte e annuncia: «Domani con Patrick ho un incontro con tutti i dirigenti generali, Dalmonego e Dellai, e il pomeriggio con Dalmonego e Gilmozzi».

Gli inquirenti, poi aggiungono che il 28 novembre 2011 la segreteria della direzione generale della Provincia parla in alcune mail di una cena tra Dalmonego, Giunchiglia e Bonacci a cui, come poi è stato ricostruito dalla indagini, ha partecipato anche Dellai e dove sarebbero stati discussi e approvati gli ambiti di collaborazione tra Deloitte, Provincia e Trento Rise. Collaborazione che viene prevista da un documento che si chiamerà Pat innovazione.

La cena, senza rilevanza penale, si terrà l’1 dicembre 2011 a Villa Madruzzo e in questa sede la discussione poi partirà proprio da questo documento. Significativo, poi che Bonacci abbia inviato la versione 10 del file Pat Innovazione ai soci di Deloitte spiegando che sta scrivendo il bando della gara alla quale parteciperà la stessa Deloitte. Come dire il concorrente che stabilisce le regole con il permesso della stazione appaltante: «Noi stiamo scrivendo un bando al quale parteciperemo per vincere la partnership su innovazione organizzativa ed innovazione di business che sarà cross a tutti i progetti di tecnologia. Inoltre, farò partire altre tre iniziative innovative in materia di Tributi, Acquisti e Personale». Insomma, si preparava a una collaborazione lunga e soddisfacente. Già nel dicembre 2011, dopo la cena, Deloitte avvia la ricerca di personale per sviluppare questa collaborazione che però non è stata ancora sancita da nessuna gara d’appalto, ma solo discussa alla cena dell’1 dicembre.

Il 9 dicembre lo stesso Bonacci invia a Dalmonego un documento per descrivere i potenziali ambiti della collaborazione. Contemporaneamente si lavora alla stesura del bando del Pcp Modelli. Secondo gli inquirenti, l’aggiudicazione a Deloitte del Pcp Modelli rispondeva, verosimilmente, anche alla necessità della Provincia di pagare alla multinazionale attività che, in realtà, erano già state prestate senza alcun contratto o copertura economica.

Gli inquirenti spiegano che grazie ai propri rapporti e all’intercessione di Dalmonego, Deloitte avrebbe ottenuto da Informatica Trentina, già nella primavera 2011, un appalto da un milione e 64 mila euro per la riorganizzazione della Provincia, in particolare le Comunità di valle. La gara era stata aggiudicata il 16 settembre 2011. Da ricordare che questo appalto non rientra nelle indagini su Trento Rise. Bonacci si vantava con i partner Deloitte di aver fatto sostituire due membri della commissione giudicatrice al cui interno aveva persone “amiche” che lo ragguagliavano sui lavori in corso e sui punteggi attribuiti. Secondo la Finanza, Bonacci avrebbe fatto consegnare a Dalmonego una lettera con la quale Bonacci avrebbe indicato i criteri con cui la commissione avrebbe dovuto giudicare i progetti.

Bonacci scrive in una mail del 10 maggio 2011 di aver avuto vari incontri con Dellai e Dalmonego, senza che vi sia rilevanza penale: «Fatto diversi incontri con Dellai e Dalmonego per il progetto di riforma dell’organizzazione della Provincia. Ci daranno un lavoro tramite assegnazione diretta di 300K per iniziare, ma se non facciamo c...te è un lavoro continuativo per un anno». Con una mail del 23 giugno 2011, Bonacci poi annuncia la vittoria della gara: «Dovremmo aver fatto bingo, confermato anche dai nostri informatori interni della commissione».













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