Duro colpo alla droga: sette arresti alla Portela  

Sono stranieri, l’ottavo è ricercato. Gli ovuli nascosti in bocca e poi venduti Diverse le sostanze smerciate a giovani trentini, tra loro anche minorenni  


di Francesca Quattromani


TRENTO. La droga la nascondevano in bocca, gli spacciatori che operavano in piazza della Portela a Trento e nelle vie limitrofe. La vendevano a cielo aperto a giovani trentini, fra i 18 e i 30 anni, tra gli acquirenti c’erano anche minorenni.

Sette gli stranieri senza fissa dimora, tunisini e un algerino, arrestati dai carabinieri di Trento, che sono sulle tracce di un ottavo uomo, attualmente ricercato, in collaborazione con l’ Interpool. Documentate sessanta cessioni di sostanze stupefacenti, tra hashish, eroina e cocaina. Le aree interessate dall’illecito commercio sono quelle di piazzetta Lainez, dietro la chiesa di santa Maria Maggiore e i vicoli che le confluiscono: vicolo Colico, via delle Orfane, via Pozzo. L’operazione è stata possibile grazie alla collaborazione dei residenti di piazza della Portela. Con segnalazioni e testimonianze hanno dato un contributo fondamentale alle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica. Un riconoscimento, questo, più volte rimarcato dal Procuratore di Trento Sandro Raimondi. Meno di 8 mesi di indagini, tra azioni immediate, attività in borghese, giorno e notte, per le vie della città. Vie che gravitano attorno alla stazione delle corriere di Trento e che hanno come centro dell’illecito commercio piazza della Portela e la zona di Santa Maria.

L’operazione. Un’operazione durata pochi mesi, quella dei carabinieri del comando provinciale e dei carabinieri della compagnia di Trento, che sono riusciti ad individuare una banda di persone di nazionalità straniera che spacciava sostanze stupefacenti di tutti i tipi alla Portela, nelle vicinanze della stazione delle corriere di Trento. «Questo testimonia una osservazione privilegiata, particolare del territorio. Non si tratta di un singolo venditore che mette in piedi un piccolo commercio – ha precisato il Procuratore Raimondi -. Se si vende sulla strada, al dettaglio, vuol dire che lo spacciatore fa parte di qualcosa di più articolato e complesso. Le indagini della compagnia di Trento hanno evidenziato collegamenti tra alcuni soggetti stranieri»

L’indagine. E’ partita dalla percezione di insicurezza più volte segnalata dai residenti della Portela. Il Comandante della compagnia di Trento, capitano Piergiorgio Rosa, ha ripercorso mesi di osservazioni. «L’indagine è partita nel settembre 2017 e si è conclusa agli inizi del 2018. Molti gli attori che facevano parte del gruppo, varie le sostanze stupefacenti vendute, dalla marijuana, all’ eroina fino alla cocaina». Mentre lo spiega Rosa riflette sulla quantità della richiesta, data l’offerta. Giovani trentini, la maggior parte degli acquirenti. Venivano dal capoluogo e dalle valli limitrofe. La stazione, uno snodo privilegiato. Fondamentale l’attività sul territorio, ha spiegato il tenete colonnello Giovanni Cuccurullo. «Un’attività svolta attraverso l’osservazione alla vecchia maniera, per così dire, in borghese, con l’ausilio talvolta di strumentazione tecnica». Gli agenti erano (e sono) ovunque, sulla strada, nei vicoli, nell’ombra per scovare gli spacciatori. L’indagine non è conclusa, si cercano legami per arrivare a tagliare la testa all’organizzazione a monte.

La droga veniva tenuta in bocca, dagli spacciatori. Poche quantità, due, tre ovuli, estratti alla richiesta. Un modo anche per sfuggire ai controlli. Se le cose andavano male, si può facilmente supporre, gli spacciatori avrebbero facilmente potuto inghiottire la droga, facendola sparire. Sessanta le cessioni individuate, per un valore di mille euro. «L’ottavo uomo -ha spiegato il colonnello Luca Volpi, comandante provinciale dei carabinieri di Trento - è attualmente ricercato. Già attivati i canali con l’Interpoool. Essendo irregolare sul territorio nazionale, non è escluso sia rimpatriato nel paese di appartenenza». Per tutti gli arrestati l’accusa è detenzione e cessione di sostanze stupefacenti.

L’eroina. «Il dato che più preoccupa - ha precisato il Procuratore- è che è tornata sul mercato l’eroina. Una droga dagli effetti più immediati su salute e devianze che ne conseguono. Viene portata sul mercato ad un prezzo conveniente, se si vuole fare un raffronto con altri tipi di sostanze.

Il Costo. Nel Cartello di Medellin per la cocaina, un chilo di coca pura costa 2000 euro. Venduta all’ingrosso, si realizza un guadagno di 34, 36 mila euro. La successiva attività commerciale illecita fa si che il prodotto venga portato sul mercato, lavorato, tagliato. Alla fine quel chilo di coca purissima, che era in partenza, consentirà un incasso complessivo di 240 mila euro. Per quanto riguarda l’eroina, i prezzi sono di un terzo un quarto in meno circa.















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