Donna attaccata e morsa da una vipera

È successo a una trentina di 36 anni a Erto. Ricoverata in ospedale è rimasta sotto osservazione



ERTO E CASSO. Si trovava in gita ad Erto quando ha fatto uno degli incontri peggiori possibili: la vipera. È rimasta tutto il pomeriggio e la sera sotto osservazione nel pronto soccorso dell’ospedale San Martino di Belluno una donna di 36 anni di Trento, morsa ad una mano attorno alle 15 di ieri. Non è ben chiaro come sia successo, ma pare che la ragazza si sia chinata per raccogliere qualcosa da terra mentre camminava all’aperto. Certamente non si era accorta di trovarsi vicinissima ad un serpente, che è apparso all’improvviso proprio mentre la donna allungava il braccio verso il terreno. La vipera si è accorta di lei e si è vista in qualche modo in pericolo. La reazione è stata quella istintiva: mordere l’intrusa e iniettarle il siero velenoso.

La donna è stata subito accompagnata all’ospedale più vicino, quello di Belluno, ma è comunque arrivata tre quarti d’ora dopo essere stata morsa. Paura e preoccupazione sono stati i sentimenti che hanno accompagnato la vittima al nosocomio.

In pronto soccorso i sanitari hanno applicato il protocollo previsto in queste circostanze: hanno contattato il centro anti veleni al quale hanno inviato via e-mail le foto del morso e tutte le informazioni disponibili in modo da identificare al più presto il problema e intervenire in modo adeguato.

La procedura prevede che non venga somministrato subito il siero anti vipera, che potrebbe essere anche più pericoloso del veleno, ma si tenga il paziente monitorato con controlli ogni ora. I sanitari verificano le misure e l’aspetto dell’arto morso (se e quando si gonfia) e controllano il funzionamento del cuore, poi trasmettono tutti i parametri rilevati al centro anti veleni che dà le indicazioni su come procedere a seconda dell’evoluzione del quadro clinico.

Solo in caso di necessità e con la certezza che non ci saranno conseguenze sulle condizioni del paziente, si decide di iniettare il siero, anche perché non ci può essere la matematica certezza sull’”identità” del serpente, anche se considerato il luogo dove è successo e la descrizione fatta dalla vittima, si presume che si sia trattato davvero di una vipera, il cui morso può essere molto pericoloso.













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