Dellai: Letta faccia a meno di Silvio

Fiducia in Senato, parlamentari trentini soddisfatti. Solo Divina fuori dal coro



TRENTO. Reazioni ovviamente soddisfatte da parte dei parlamentari trentini del centrosinistra autonomista dopo il colpo di scena di ieri in Senato, con la fiducia a Letta alla fine votata anche da Berlusconi. L’ex governatore Lorenzo Dellai, capogruppo alla Camera di Scelta civica, in una nota decreta la marginalità politica del Cavaliere: «Nessuno può impedire a dei parlamentari di votare a favore della fiducia di un governo appena sfiduciato, come ha fatto il senatore Berlusconi - afferma - ma una cosa è chiara: il governo Letta può proseguire il suo lavoro solo se sorretto, come credo accadrà, da una nuova maggioranza numericamente e politicamente autosufficiente rispetto a Berlusconi».

Il senatore dell’Upt Vittorio Fravezzi, invece, guarda ai contenuti dell’azione di governo: «Saluto con favore l’intento di continuare l'opera di risanamento dei conti pubblici, puntando su una riqualificazione della spesa, sulle dismissioni e privatizzazioni, non per svendere ma per attrarre nuovi investimenti, come ad esempio si tenta di fare con il pacchetto di misure previste nel provvedimento Destinazione Italia». Un plauso anche, e non poteva essere altrimenti, alle dichiarazioni di Letta circa l’intento di perseguire un equilibrio di bilancio con un patto di stabilità interno nel rispetto dei territori, dei Comuni e delle Autonomie speciali».

In aula l’autonomista Franco Panizza è così intervenuto: «Abbiamo fiducia in lei e nel suo governo. Siano pronti a sostenerla ancora e a sostenere tutte le iniziative che vorrà intraprendere convinti che il senso di responsabilità debba avere la meglio sulle ideologie».

Soddisfatto anche il senatore Giorgio Tonini del Pd: «Ma per sostenere il governo in maniera stabile serve un’operazione politica e non una somma di comportamenti individuali», ha detto, riferendosi alla costituzione di gruppi parlamentari che nascano dalla scissione nel Pdl a favore dell'esecutivo.

Infine l’intervento in aula del senatore della Lega Nord Sergio Divina: «Questo governo per mille ragioni non ha più niente da dare al Paese ed è meglio staccare la spina e ridare la voce al popolo sovrano».













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