«Debito, un anno di moratoria»

Mazzalai: «Serve un governo che batta i pugni in Europa e uno Stato che torni a spendere, solo così ne usciamo»


di Chiara Bert


TRENTO. «Serve un governo che vada in Europa a farsi sentire. E proponga una moratoria di un anno per i vincoli del rapporto deficit-Pil, altrimenti l’economia non riparte». Paolo Mazzalai, presidente di Confindustria Trento, è preoccupato. La freddezza dei partiti che in queste ore accompagna il lavoro dei 10 «saggi» chiamati da Napolitano a individuare alcune convergenze di programma lo convince che l’appello lanciato sabato dagli imprenditori trentini oggi è ancora più motivato. L’iniziativa del capo dello Stato ha dilatato nel tempo il momento della verità, ma il vero problema è l’accordo. «L’iniziativa di Napolitano ha dilatato nel tempo il momento della verità, ma il problema resta l’accordo - avverte Mazzalai - la responsabilità è in capo ancora una volta agli eletti. È inconcepibile che per questioni di partito non si accordino per fare un governo che pensi all’Italia e agli interventi assolutamente necessari per andare avanti in questo mare tempestoso». «Una situazione inconcepibile, siamo al ridicolo: in primo piano ci sono le diatribe politico-partitiche, il resto - i problemi dell’Italia - è considerato quasi come un optional, come qualcosa che non ci riguarda più di tanto».

Il presidente degli industriali spera in un sussulto di responsabilità da parte di tutti. «Servirebbe che l’azione che abbiamo in Trentino, come associazioni di categoria, si moltiplicasse in altri territori, forse così i singoli eletti si sentirebbero più responsabili. Nel nostro appello volevamo citare uno a uno i nostri parlamentari, non si può più dare la responsabilità ai vertici, serve una loro reazione. Facciano arrivare ai vertici dei partiti, a chi decide, la voce del Paese, loro rappresentano chi li ha eletti e oggi gli elettori chiedono che ci sia un governo». Mazzalai sarebbe pronto a soluzioni drastiche: «Ci sono due strade, pagare i parlamentari da quando hanno fatto un governo, oppure chiudere il parlamento fino a quando non trovano un’intesa. Ci sono riusciti in pochi giorni in Conclave a trovare un nuovo papa».

Sul merito di ciò che andrebbe fatto, dove le proposte lanciate in campagna elettorale dai vari schieramenti divergono, Mazzalai indica un obiettivo: «Smetterla con gli antibiotici e cominciare con le vitamine». Fuor di metafora: «Se non facciamo ripartire l’economia, spesa e consumi, ci continueremo ad avvitare nel calo della domanda e dell’offerta, ovvero nella recessione».«Bisogna invertire questa tendenza e lo Stato deve ricominciare a spendere, da un lato investendo nelle infrastrutture, dall’altra riducendo il cuneo fiscale che dà più capacità di spesa ai dipendenti, in modo tale che da una parte si investa e dall’altra si spenda». All’obiezione della mancanza di risorse, il presidente degli industriali risponde chiamando in causa l’Europa e la cancelliera Merkel. «Ci serve un governo che vada a farsi sentire in Europa, per dire chiudiamo il rubinetto della restrizione. Si faccia una moratoria di un anno sui vincoli al rapporto deficit-Pil, altrimenti non ripartiamo più. Ma serve un governo autorevole, quello in carica è dimissionario e un po’ consumato». Un governo a prescindere dal colore politico. «Non possiamo permetterci di stare fermi, in attesa di nuove elezioni, con l’instabilità finanziaria e tutti i problemi che conosciamo. Speriamo che la Pasqua abbia portato consiglio, ma ho più di un dubbio».

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