commercio equo: beatrice de blasi di mandacarù 

Dallo zucchero alle banane contro lo sfruttamento  

TRENTO. Anche da una bustina di zucchero o da una passata di pomodoro acquistati facendo una scelta oculata, passano i diritti umani. Lo dimostra l’esperienza trentennale della cooperativa del...


di Maddalena Di Tolla Deflorian


TRENTO. Anche da una bustina di zucchero o da una passata di pomodoro acquistati facendo una scelta oculata, passano i diritti umani. Lo dimostra l’esperienza trentennale della cooperativa del commercio equo e solidale Mandacarù. La responsabile del Settore educazione della cooperativa trentina e direttrice del festival Tutti nello stesso piatto, Beatrice De Blasi, ci racconta cosa si impara sui diritti umani violati e a rischio, girando il mondo per visitare i produttori del sistema Fair Trade. De Blasi lo fa spesso. «Il valore maggiore del commercio equo, accanto alla politica del prezzo equo pagato ai produttori, consiste nel lavoro quotidiano svolto in Asia, Africa, America Latina per realizzare uno sviluppo sostenibile in termini di impatto ambientale e umano. Vediamo problemi di violazione dei diritti umani perpetrati dalle multinazionali, legati ad esempio, nel caso di Panama, alla produzione di banane, o in Ecuador all’opposizione a progetti di sfruttamento minerario, che distruggerebbero l’ambiente schiavizzando i contadini, trasformandoli in forza lavoro a bassissimo costo per aziende estrattive del rame. Nelle Filippine i nostri produttori lottano contro la violenza dei paramilitari, che difendono con le armi gli interessi di grandi latifondisti e un governo che si sta macchiando di veri e propri crimini contro l’umanità, con la persecuzione e l’assassinio di attivisti di diritti umani, leader di organizzazioni contadine come i nostri produttori di zucchero e di mango essiccato».

Mandacarù da anni supporta la cooperativa PFTC- Filippine, organizzazione filippina che produce lo zucchero biologico Mascobado in vendita nelle botteghe italiane. I cui responsabili, a partire dal 2007 sono stati vittime di una sparizione forzata, tre omicidi e persecuzioni giudiziarie, come nel caso di Ruth Salditos, che diverse volte è stata ospite della cooperativa in Trentino, per parlare della situazione del suo paese. Cosa può fare un cittadino nella quotidianità, per supportare la difesa dei diritti umani, di fronte a dinamiche spesso lontane fisicamente e di dimensione enormemente superiore alla nostra singola vita? De Blasi risponde in modo concreto e tutto sommato semplice: «Essere un consumatore informato, acquistare prodotti che consentano, ad esempio, di difendere i produttori che fanno scelte di contrasto alle mafie, come i produttori italiani del marchio Solidale Italiano». Recentemente anche Mandacarù ha aderito al Nodo Trentino della “Rete In Difesa di” , che è una rete di associazioni, collegata a una rete internazionale, che lavora in difesa di Difensori di Diritti umani, giornalisti, giuristi, ambientalisti, leader di associazioni che nei loro paesi rischiano la vita per il loro lavoro. Anche Trento presto potrebbe ospitare con questa rete un Difensore dei Diritti Umani in fuga.















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