Daldoss ha deciso: farà il capo dei civici 

L’assessore tecnico scioglie le riserve e si smarca dal centrosinistra. Voci di dimissioni. Lui: «Oggi no, più avanti vedremo»


di Chiara Bert


TRENTO. Per giorni è stata una ricostruzione di stampa. Ma da oggi è qualcosa di più. L’assessore Carlo Daldoss, dopo mesi di ondeggiamenti e dichiarazioni sibilline («Non ci sono le condizioni perché io mi candidi nell’attuale centrosinistra autonomista», scrisse in una piccata nota inviata alla stampa a inizio luglio), ha finalmente sciolto le riserve e ceduto al pressing dei sindaci civici, orfani del loro leader naturale, quel Francesco Valduga che ha scelto di restare a fare il sindaco di Rovereto.

L’assessore tecnico, chiamato in giunta da Ugo Rossi nel 2013 con le competenze agli enti locali e all’edilizia abitativa, questa mattina sarà a Maso Franch a fianco dei sindaci civici (tra gli altri Mattia Gottardi di Tione, che ne è il portavoce, Francesco Valduga, Roberto Oss Emer di Pergine, Maria Ceschini di Cavedine, Bruno Groff di Frassilongo, Stefano Bisoffi presidente della Comunità della Vallagarina) in una conferenza stampa che annuncerà la nascita del Polo civico territoriale.

Una scelta di campo, dunque, alternativa al centrosinistra autonomista di cui è stato un esponente per cinque anni, visto che i sindaci civici a più riprese hanno spiegato di essere alternativi alla coalizione di governo, e soprattutto alternativi al Pd, tanto che la condizione posta a suo tempo per aprire il dialogo era la rinuncia dei Dem al proprio simbolo dentro una coalizione rinnovata.

Una scelta, quella di Daldoss, che spiazza (ma - come spiegheremo poi - non tutti) la maggioranza di governo, alle prese da mesi con il nodo del candidato presidente e oggi di fronte all’alternativa tra il presidente uscente Ugo Rossi, che il Patt ha sempre considerato conditio sine qua non per la propria permanenza in coalizione, e il giornalista Paolo Ghezzi, sostenuto da Verdi, sinistra (Mdp, Primavera Trentina, i cosiddetti «autoconvocati») e una parte di Pd e Upt.

Daldoss ieri non ha voluto anticipare nulla rispetto alla conferenza stampa convocata per oggi, su cui anche i sindaci si sono dati la consegna del silenzio. Ma nel tardo pomeriggio è stato costretto a smentire la voce di sue dimissioni imminenti che circolava da ore: «Io non mi sono dimesso». Si dimetterà? «Oggi no, più avanti vedremo», è la risposta. Dimissioni che diventerebbero un passo obbligato se oggi annuncerà di essere il candidato presidente del polo civico. Ma c’è anche chi prevede che proprio per questo non è detto che oggi dai civici arrivi un annuncio ufficiale in questo senso, lasciandosi così aperti più scenari, anche di dialogo col centrosinistra autonomista.

Di certo, si fa notare negli ambienti di giunta, se non si dimettesse, a chiederglielo sarà il presidente Rossi. Presidente che ieri, in vista dell’incontro di coalizione di oggi (alle 9.30 nella sede Upt), ha avuto colloqui separati con i partiti (eccetto Verdi e Mdp) da cui ha raccolto le proposte programmatiche su cui oggi proporrà una sintesi. Giovedì pomeriggio sarà Ghezzi ad incontrare la coalizione («Come da accordi presi verbalmente nella riunione del 9 agosto e come concordato con il segretario del Pd e il capogruppo Upt», ha scritto Fabiano Lorandi nella mail di convocazione), un confronto che precederà le assemblee di Pd (giovedì sera) e Upt (venerdì) chiamate ad esprimersi. Una scelta secca tra Rossi e Ghezzi? Non necessariamente. A prendere quota è l’opzione di far votare tra «continuità» e «rinnovamento». In vantaggio i no a Rossi. Poi, come s’usa dire, si vedrà.













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