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Da Trento alla scoperta di Venere 

La missione EnVision (partecipata dall’ateneo) potrà essere realizzata



TRENTO. La missione su Venere EnVision è stata selezionata tra 25 proposte in un bando competitivo dedicato alle missioni di medie dimensioni nel sistema solare. Ed è ora nel gruppo di missioni candidate, nell’arco di qualche anno, a essere ammesse al lancio.

L’annuncio è stato diffuso da Esa, l’Agenzia spaziale europea, nei giorni scorsi. E la notizia è rimbalzata all’Università di Trento, che è partner di primo piano del progetto. «Siamo coinvolti in modo molto rilevante» commenta Lorenzo Bruzzone, professore del Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione e responsabile del Laboratorio di Telerilevamento (Remote Sensing Laboratory) dell’Università di Trento. «Oltre a essere parte del core team nel coordinamento della missione, siamo anche i responsabili del subsurface radar sounder. Quest’ultimo, che è uno dei tre strumenti della missione, è un radar capace di penetrare la superficie per studiare la sotto-superficie di Venere e, tra le altre cose, analizzare i vulcani venusiani» spiega.













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