Corsi di «genere», frenata della Lega 

Stop alle lezioni di pari opportunità nelle scuole: «Vogliamo vederci chiaro». E un libro di Bianca Pitzorno finisce nel mirino


di Andrea Selva


TRENTO. «Stop ai corsi di relazione di genere all’interno delle scuole trentine». Una decisione della nuova giunta Fugatti che intende interrompere l’iniziativa avviata negli anni scorsi dal centro sinistra autonomista, tra le polemiche dell’opposizione. In programma c’erano già 24 iniziative in altrettanti istituti trentini, dedicati a studenti, insegnanti e genitori con l’obiettivo di promuovere la cultura delle pari opportunità fra uomini e donne. Ma l’assessora alle pari opportunità, Stefania Segnana, in accordo con il collega all’istruzione Mirko Bisesti, ha deciso di prendere quantomeno una pausa per approfondire il tema: «Vogliamo capire che cosa prevedono esattamente questi programmi. Nulla in contrario - ha detto l’assessora - a lezioni che educhino al rispetto dell’altro o prevengano fenomeni di bullismo, nei casi in cui i corsi siano invece dedicati al tema della sessualità e del “gender” saranno necessari approfondimenti». Sul tavolo dell’assessora - in particolare - è già finito un libro di testo destinato agli studenti di quarta elementare dell’Istituto comprensivo Trento 6 (quello in cui è stata composta la canzone “Altalena”) in cui il tema del genere sessuale viene affrontato attraverso un protagonista extra-terrestre che giunto sulla terra alterna periodi di vita come maschio e femmina. Si tratta di un testo per l’infanzia - “Extra-terrestre alla pari” - scritto nel 1979 da Bianca Pitzorno e già inserito nelle liste contestate dai movimenti “anti-gender”.

Ma è solo l’ultima delle svolte annunciate dalla nuova giunta della Lega che ha già dato prova di voler cambiare direzione su molti temi. Sui programmi ci sono state alcune prese di posizione clamorose, già nei giorni immediatamente successivi alle elezioni, quando Fugatti ha confermato - tra il resto - la volontà di imprimere una svolta decisa al Festival dell’Economia giudicato “troppo schierato a sinistra”. Ma ecco alcune delle svolte annunciate.













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