Corruzione elettorale: Schützen assolti  

In appello ribaltata la sentenza di condanna per il «patto» con Baratter. Dalprà e Corona: «Calpestata la nostra onestà»


di Francesca Quattromani


TRENTO. Paolo Dalprà e Giuseppe Corona assolti in Appello perché il fatto non sussiste. I due esponenti degli Schützen (rispettivamente allora capo e vice) erano finiti a processo nel 2016 per corruzione elettorale, assieme al consigliere provinciale del Patt Lorenzo Baratter. Quest’ultimo aveva ottenuto la messa alla prova, Dalprà e Corona avevano affrontato il processo. In primo grado erano stati condannati a 5 mesi e 10 giorni: sostenuta l’esistenza di un accordo corruttivo. La vicenda. Al centro della vicenda una lettera del 2013, un accordo con in calce le firme di Baratter, Dalprà e Corona per il presunto versamento di 500 euro al mese alla Federazione degli Schützen in caso di elezione in consiglio provinciale. Il reato contestato era quello di corruzione elettorale: gli Schützen avrebbero sostenuto Baratter e Corona e, in caso di elezione, Baretter e Corona si sarebbero impegnati a pagare 500 euro al mese agli Schützen per i 5 anni in cui fosse durata la legislatura provinciale. Baretter era stato eletto, Corona non era mai stato candidato. Baratter pagò per tre mesi poi, per frizioni varie, smise.

«L’onestà calpestata». Paolo Dalprà, difeso dall’avvocato Nicola Canestrini, trattiene a stento le lacrime. «Mi pesa il fato che per due anni mi hanno rovinato la reputazione. Ringrazio l’avvocato e quanti mi sono stai vicini, in particolare i miei paesani di Folgaria». Due legislature, la gente che diceva «Paolo va avanti, tu non sei la persona che stanno accusando in questa maniera». «Due anni orribili. Il colpo a quelli che sono i miei valori è stata la peggior cosa mi potesse capitare, però sono voluto andare avanti. Ho sottoscritto un accordo che non avevo fatto io. Ho commesso un’ ingenuità. Non ho mai dato indicazioni di voto a nessuno. In tribunale lo ho ribadito. Tanti si sono dimenticati che ci sono 52 Schützen che hanno testimoniato a mio favore in una assemblea, eppure in primo grado di queste testimonianze non si è tenuto conto. Se l’attuale comandante provinciale è una persona seria dovrebbe fare un passo indietro». Dalprà, che ha lasciato la Federazione, è Capitano della compagnia di Folgaria. «Due anni e mezzo di tribolazioni sono finite» dice anche Giuseppe Corona, difeso dall’avvocato Vanni Ceola. «È stata calpestata la mia onestà. Cinque anni di comunità di valle, mai chiesto un rimborso. Hanno tentato di distruggere anche il movimento degli Schützen. Chi ha tirato fuori quella carta vorrei vederlo negli occhi. Non so cosa abbiamo fatto di male. Noi siamo andati a processo e siamo andati avanti perché eravamo coscienti di non aver fatto nulla di male, a differenza di qualche altro che ha scelto i servizi sociali. Nonostante io abbia le spalle larghe e un carattere forte, una cosa così non me la sarei mai aspettata. Ora guardo avanti, porterò nella politica il mio modo di fare, l’onestà, anche se in politica questa può essere chiamata ingenuità. Ero certo che finisse così, dentro di me. Non concepivo di essere condannato per una cosa che non ho fatto. Chi ho corrotto, se non mi sono candidato?».













Scuola & Ricerca

In primo piano