Conzatti: «Punire chi usa l’inglese in atti ufficiali» 

La senatrice di Forza Italia annuncia un disegno di legge : «Servirsi di termini stranieri è un cattivo servizio fatto sia alla cultura italiana che ai cittadini»



TRENTO. Team building? Open innovation? Design thinking?Attenzione: l’abuso dei termini inglesi nella pubblica amministrazione rischia nel prossimo futuro di essere punito a rigor di legge, con sanzioni economiche e di carriera. L’operazione di difesa della lingua italianaporta la firma della senatrice di Forza Italia Donatella Conzatti che, a riguardo, annuncia un appunto un disegno di legge.

Da che cosa è partita la crociata della senatrice roveretana? «Dalla strigliata dell’Accademia della Crusca al ministero dell’Istruzione, reo di aver prodotto un documento ufficiale (pubblicato lo scorso marzo) pesantemente infarcito di lemmi inglesi tranquillamente sostituibili da altrettanti italiani. Oltre a denunciare una pesante omologazione al ribasso di chi lo ha redatto, accompagnata da un’ulteriore palese ignoranza culturale di chi ha difeso l’operazione (a partire dall’ineffabile ministro-sindacalista, non laureata nè diplomata, Valeria Fedeli), continuare a non valorizzare la lingua ufficiale dello Stato in atti emanati da una sua branca e rivolti al pubblico fa un cattivo servizio sia ai cittadini che alla cultura» si indigna Conzatti.

E ancora: «Per tentare di arginare l’impoverimento della lingua italiana, tempo addietro si era ipotizzata l’istituzione di un Consiglio Superiore della Lingua Italiana sulla falsariga del francese l’Istituto Superiore della Lingua Francese, dotato per legge di ampi poteri nell’arginare l’impoverimento della lingua di Moliere, talvolta giungendo anche a vette di esasperato sciovinismo. Per questo, ho dato incarico di predisporre un testo di legge che vada verso la valorizzazione e tutela della lingua italiana, soprattutto nel suo utilizzo da parte delle amministrazioni pubbliche di ogni ordine e grado, oltre che negli atti ufficiali utilizzati dalle società. Ssi pensi solo alle comunicazioni relative all’andamento economico delle società quotate, zeppe di termini finanziari anglosassoni ignote ai più, soprattutto alla gran massa degli investitori. Il tutto - osserva la senatrice azzurra - per potenziare la diffusione della cultura e lingua italiana nel mondo (utile strumento anche per intessere nuove relazioni economiche e turistiche).Il tutto accompagnato da sanzioni (economiche e di carriera) per chi utilizza per abitudine e pigrizia intellettuale un lemma anglosassone (o comunque straniero) quando esiste il suo corrispondente in italiano».

(g.t.)















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