Conto corrente bloccato la banca «caccia» il cliente 

Il professionista è indagato per turbativa d’asta dalla procura di Trento e il sequestro preventivo di 10 mila euro lo ha reso sgradito all’istituto di credito 



TRENTO. Coinvolto in un’indagine della procura di Trento su una turbativa d’asta, si è trovato costretto a cercare - e non è stato facile - una banca con la quale aprire un nuovo conto corrente. Tutto questo perché il suo istituto di credito aveva disdetto unilateralmente il contratto che a suo tempo i due avevano sottoscritto. Cliente non gradito e quindi allontanato in virtù di un’inchiesta penale che lo vedeva - al momento in cui è stato scaricato dalla sua banca - come imputato. Un’accusa di turbativa d’asta (che l’uomo e il suo avvocato respingono) che aveva provocato un sequestro preventiva di circa 10 mila euro che era andato a congelare parte del denaro che aveva sul conto corrente. Una procedura normale: è il modo che lo Stato ha di tutelarsi. Se si arriva alla condanna definitiva (ossia alla Cassazione) il denaro viene incamerato dallo Stato stesso, se si arriva all’assoluzione i soldi tornano nella disponibilità del «proprietario». A sequestro avvenuto, è arrivata anche la lettera della banca. Che informava che il suo cliente non era più gradito e che quindi avrebbe proceduto a recedere dal contratto dando all’uomo un mese di tempo per trovare un’altra banca sulla quale accreditare i pagamenti (l’uomo è un libero professionista) e gestire le sue attività finanziarie. Si tratta di una banca di fuori regione e che questo atteggiamento ha sorpreso anche l’avvocato dell’uomo, Giovanni Rambaldi, che mai si era trovato in una situazione di questo genere. Anche perché pare facile: si cambia banca cosa vuoi che sia. Invece no. Il nome del professionista era entrato in una sorta di black list che esiste nel circuito bancario. Era indicato quindi come cliente «difficile» tanto che l’uomo ha dovuto fronteggiare diversi «no» dagli istituti di credito prima di trovare qualcuno che accettasse di fargli aprire un regolare conto. Da evidenziare che il reato di cui l’uomo è accusato, nulla ha a che fare con le banche o con il mondo del credito e che le accuse che gli vengono mosse non hanno in alcun modo gettato discredito o altro sulla banca di cui era cliente. Una storia personale che può diventare anche emblematica di come un’inchiesta penale possa avere anche risvolti nella vita di tutti giorni e rendere difficile anche una cosa che appare assolutamente semplice come quella di avere un normale conto corrente.













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