Concordato Baldo, indagato Dalle Nogare

La Procura ha aperto un’inchiesta sul dissesto della società che ha costruito le Corti Fiorite. Nei guai anche Roberto Baldo. Entrambi perquisiti dalla Finanza



TRENTO. Le difficoltà finanziarie della Baldo Costruzioni, azienda del gruppo Dalle Nogare, hanno fatto parecchio rumore in città e nel mondo dell’edilizia. L’azienda è stata ammessa al concordato preventivo ancora in maggio. Molti artigiani e fornitori hanno accusato perdite economiche anche molto consistenti a causa del dissesto finanziario dell’impresa che era impegnata nella costruzione delle Corti Fiori, un grande progetto residenziale nell’area ex Lenzi in Clarina. Adesso sui conti della Baldo Costruzioni la Procura e la Guardia di Finanza vogliono vederci chiaro. Il pm Maria Colpani ha aperto un’inchiesta e nei giorni scorsi gli uomini delle Fiamme Gialle hanno perquisito la sede della società, la casa e le auto dei soci Sergio Dalle Nogare e Roberto Baldo, che sono indagati. E’ stato acquisito copioso materiale che dovrà essere passato al vaglio degli inquirenti. L’inchiesta è legata al concordato preventivo della Baldo Costruzioni e i finanzieri dovranno verificare se tutto è andato per il verso giusto. L’azienda ha piegato le ginocchia a causa del progetto Corti Fiorite.

Il 15 maggio dell’anno scorso il Tribunale di Trento aveva ammesso la Baldo Costruzioni al concordato. La società aveva un passivo di 11 milioni di euro. Il concordato prevede, appunto, la vendita degli immobili di proprietà della Baldoper pagare i creditori. Oltre agli immobili, tra gli attivi maggiori della Baldo Costruzioni c’era il credito nei confronti del Centro residenziale Clarina, società dello stesso gruppo Dalle Nogare geometra Sergio, che era promotrice del progetto Corti Fiorite. Centro residenziale Clarina ha evitato il concordato grazie alla vendita convenuta al Fondo Housing sociale promosso dalla Provincia e dal Comune di 76 alloggi per un importo di 11,5. Questi soldi sono finiti solo in parte alla Baldo Costruzioni, che ha edificato materialmente l’area. La società aveva crediti per 2,3 milioni ma ha diritto solo a poco più di 800 mila euro. Questo stato di cose, come è ovvio, ha avuto pesanti conseguenze per le decine di fornitori della Baldo che vantano crediti per quasi 2 milioni, ma rischiano di vedersi riconosciuta una quota molto piccola di questi soldi. Stessa difficoltà anche per i dipendenti della società. La Baldo ha accumulato anche debiti consistenti, oltre 7 milioni di euro, quasi tutti protetti da ipoteca con le banche.

Quando la Baldo Costruzioni aveva iniziato ad accusare forti difficoltà economiche, il presidente degli artigiani Roberto De Laurentis aveva protestato ad alta voce, denunciando il sistema dei concordati che permetteva alle aziende di pagare solo una piccola parte dei loro debiti con i fornitori e con le piccole imprese artigiane. Il Movimento 5 Stelle aveva anche presentato un’interrogazione sulla vicenda chiedendo lumi sulle trattative per la vendita al Fondo Social housing della Provincia di un altro bene immobile di proprietà della Baldo Costruzioni. Si tratta di un terreno a Canova di Gardolo sul quale dovrebbero sorgere alloggi da affittare a canone moderato e anche un asilo nido. Il Movimento 5 Stelle denunciava ancora in ottobre il fatto che l’intervento pubblico avrebbe soccorso la Baldo Costruzioni e le banche mentre gli artigiani e i fornitori avrebbero ricevuto solo le briciole dell’intervento pubblico. Adesso la Finanza ha acquisito tutte le carte e verificherà come sono andate effettivamente le cose.













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