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Con l’orto in affitto tutti possono diventare contadini

Cinquanta metri quadri a 1 euro al giorno: coltivi ciò che vuoi e mangi ciò che coltivi. L’idea di Armando Ciurletti


di Claudio Libera


TRENTO. L’idea, nella sua semplicità, è il classico “uovo di Colombo”. Ma l’idea di affittare un pezzo di terra a privati per coltivare, in un appezzamento di 50 metri quadrati, insalata, pomodori e zucchine, è venuta ad Armando Ciurletti, nella campagna di Trento Sud, di fronte al PalaTrento. Certo, il Comune da qualche anno aveva avuto “la stessa pensata”, affidando gratuitamente mini orti ai pensionati ma ora è arrivata la proposta dell’Armando, titolare dell’Azienda Agricola da 16 mila metri quadrati e del B&B Le Giare, in zona Ghiaie. Un’attività, quella agricola, praticata da oltre cento anni partendo dal nonno ed arrivando ai giorni nostri. Sempre qui, ai Giaroni, dove di fronte c’era un grande bosco di acacie che arrivava fino all’Adige e poche case storiche.

Perché questa idea?

C’era un meleto che andava estirpato; tolte le piante abbiamo provveduto alla vangatura, ridando ossigeno ai 3 mila metri del terreno. Che ora verrà “lottizzato” con pezzature da 50 metri quadrati e multipli, che concederò in affitto, singolo o multipli, con regolare contratto per terreno agricolo, a circa 30 interessati. E l’idea, reclamizzata con due semplici manifesti affissi all’ingresso del terreno ed affidata a qualche volantino distribuito nei market e nei bar, ha avuto successo.

Quando si partirà?

L’intenzione è di iniziare col 1° aprile e la metà dei 30 lotti disponibili è già stata già affittata sulla carta; si tratta di giovani coppie, singoli d’ogni età e pure uno studente dell’Istituto di San Michele al quale i genitori hanno prenotato un” banco di scuola” open air.

Ed il costo?

Meno di un euro al giorno, considerando che l’orto, ognuno separato ed autonomo, è dotato di irrigazione; c’è un deposito attrezzi e pure la recinzione che proteggerà la proprietà, ben visibile dalla strada.

Il motivo di questa scelta?

Provengo dal mondo della cooperazione, sono stato direttore responsabile delle Famiglie cooperative sia a Miola di Pinè che a Strigno, poi nel 2001, quando non mi sono più riconosciuto in alcune scelte, ho ripreso in mano l’azienda agricola. Abbiamo ristrutturato la casa di famiglia, sistemato quella che un tempo era la stalla e realizzato il B&B, in cui proponiamo i nostri prodotti per le colazioni, con mia moglie si interessa di erbe officinali. Quindi, valutati tanti aspetti della vita d’oggi, operato la scelta che stiamo portando a compimento.

Gli “ortolani” saranno liberi di andare e venire a loro piacimento, coltivando ciò che più aggrada?

Certo, ognuno sarà “proprietario” per un anno del suo orto, potrà piantare ciò che meglio crede, magari servendosi dei consigli della vicina Casa dell’agricoltura. A fianco dello spazio adibito ad orti, c’è un giovane meleto di Royal Gala che potrebbe essere “spostato” per lasciare altro spazio ad altri appezzamenti. Con una striscia di terreno che utilizzerò a “barriera” di protezione per usi personali.

La zona è facilmente raggiungibile ed è servita dai mezzi pubblici?

Assolutamente sì, sono 10 minuti dal centro città, si può prendere l’autobus e per chi arriva in automobile, c’è un comodo ed ampio parcheggio proprio di fronte, per giunta gratuito.

Quindi tutti coltivatori diretti e bio a Trento Sud?

L’idea che ho in mente è quella di offrire la possibilità di un hobby, di trascorrere del tempo all’aria aperta, mangiare con soddisfazione ciò che si produce con il proprio duro lavoro, ammortizzando in poco tempo la spesa e soprattutto socializzare. Ormai nessuno dialoga più, tutti “parlano” solo con lo smartphone. In prospettiva si potrebbe realizzare una piccola farm, un laboratorio per le scuole, per far comprendere ai ragazzi la differenza tra l’erba ed un cespo d’insalata!

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