Comunità, Borga vuole il controllo dei costi

Il consigliere presenta un disegno di legge: «Dimostrato che le gestioni associate possono costare di più». Sel: «Servono veri incentivi alle Unioni dei Comuni»



TRENTO. La riforma delle Comunità di valle resta al centro del dibattito politico provinciale, destinata ad essere uno dei fronti di scontro di qui ai prossimi mesi. Quando si capirà che tipo di revisione giunta e maggioranza intendono portare avanti, se un restyling o un vero e proprio dietrofront a partire dall’elezione diretta degli enti intermedi, che il presidente Ugo Rossi e l’assessore Carlo Daldoss vorrebbero eliminare.

Il Pd, che pure conta voci diverse al proprio interno, ha duramente criticato l’accelerazione di Rossi e Daldoss e chiesto che si apra subito un tavolo di maggioranza dove concordare la revisione della riforma istituzionale. In attesa di sapere quale sarà il punto di mediazione dentro il centrosinistra autonomista, le minoranze si preparano a sfruttare il momento e ad approfittare delle probabili distinzioni dentro la maggioranza. Già a inizio gennaio i consiglieri delle civiche della coalizione di Mosna (Progetto Trentino e Rodolfo Borga di Civica Trentina) avevano depositato un disegno di legge, primo firmatario Walter Viola, che prevede la soppressione delle Comunità e il sostegno a libere associazioni dei Comuni in opposizione alla «insostenibilità dell'attuale modello istituzionale tripolare del Trentino, formato da 217 Comuni, 15 Comunità e dalla Provincia. «Una molteplicità di enti pubblici elettivi senza paragoni nel Paese».

A questa proposta di legge si è aggiunto ieri il disegno di legge presentato da Borga. «Le Comunità dovrebbero essere semplicemente abolite, non avendo alcun senso in Trentino l’esistenza di un terzo livello politico-istituzionale», chiarisce il consigliere. Ma nell’ipotesi, che Borga ritiene probabile, «in cui le Comunità siano mantenute dopo un restyling di facciata», il disegno di legge introduce «controlli finalizzati a garantire l’equivalenza dei costi e la qualità delle prestazioni se ai Comuni verranno sottratte competenze per essere gestite in forma associata mediante le Comunità di valle». Nel mirino restano dunque le famigerate gestioni associate. «In occasione del recente trasferimento forzato di alcune competenze dai Comuni alle Comunità - rileva Borga - alcuni sindaci, molti dei quali certamente non ostili al centrosinistra, basti pensare a Kaswalder, hanno dimostrato conti alla mano che le nuove modalità di gestione di determinati servizi avrebbero comportato un costo per i Comuni, e quindi per i cittadini, maggiore, senza neppure che ciò comportasse un miglioramento del servizio».

A sinistra Sel ribadisce il proprio no alle Comunità «risposta sbagliata ad un bisogno reale». «Visto il periodo difficile che stiamo vivendo, si impone piuttosto uno sforzo nuovo in apertura e saggezza affinché si incentivi ulteriormente il numero dei Comuni che hanno sinora dato prova di esempi virtuosi nel consorziare i propri servizi. Ad esempio, realizzando un sistema (assolutamente non contemplato dalle Comunità, se non addirittura osteggiato) di veri incentivi economici all’unione comunale in prospettiva di una libera fusione in ambito omogeneo. In fondo ai cittadini interessa che la “macchina” funzioni al meglio e per tutti, mentre interessa molto meno come e da chi questa macchina viene gestita».













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