Comitato faunistico, raffica di ricorsi in vista 

Merz (Lipu) da anni siede nell’organismo che la Provincia vuol cancellare «Con questa giunta è già rottura, siamo caduti dalla padella alla brace»


di Gianpaolo Tessari


TRENTO. C’è una raffica di ricorsi all’ orizzonte della riforma della caccia della giunta provinciale. Non è esclusa nemmeno l’ipotesi di un referendum. Gli ambientalisti che siedono nel Comitato faunistico sono già sul piede di guerra. La notizia che la Provincia intende pigiare sul gas, mandando in pensione il Comitato, non si può tuttavia dire li colga impreparati.

Ecco Sergio Merz, “storico” rappresentante della Lipu: «Lo scontro era già nell’aria. Ora la rottura è secca. Da quando si è visto che l’assessora Giulia Zanotelli fino ad ora non aveva mai convocato noi rappresentanti delle associazioni ambientali, di solito a febbraio si parte con i gli incontri, si era capito che con questa maggioranza siamo caduti dalla padella alla brace. Anche quello che ha detto giovedì l’assessora in Commissione “stiamo trattando con i cacciatori” ci aveva fatto capire l’andazzo. Ma la caccia non è mica una cosa dei cacciatori. La caccia è “permessa” e la legge è a tutela della fauna. Le dico la verità: anche con Dallapiccola, il precedente assessore alla caccia, non è che si andasse bene, anzi. Alle ultime riunioni del Comitato non siamo nemmeno andati. La grande maggioranza era in mano ai cacciatori. Era comunque un luogo di incontro/scontro. C’eravamo accorti di non potere incidere granchè. Al 90 per cento si approvava quello che decideva il Servizio della Provincia, i tecnici».

Ma con il centrosinistra come vi rapportavate? «Dallapiccola si era mosso tardi, sul finire della legislatura, ed aveva anche aumentato i giorni di caccia. Lo avrà fatto sperando di prendere quattro voti in più. Solo che ha fatto male i conti ed ha perso pure la fiducia di chi teneva invece all’ambiente. La Lega, rispetto alla maggioranza scorsa, invece ha preso subito di petto la situazione ed i cambiamenti li vuole fare all’inizio, non alla fine come chi li ha preceduti. I politici pensano ad accontentare l’uno per cento della popolazione, anzi l’1.2, tanti sono in Trentino i cacciatori. Dimostrando che del rimanente 99%, quelli a cui sta cuore l’ambiente, non gli importa niente. Ma noi non staremo a guardare passivamente: faremo ricorso al Tar, al Consiglio di Stato. Pensiamo anche ad un referendum, senza nasconderci la difficoltà di superare il quorum. Questa giunta ha una maggioranza ampia ma cambiare la legge non sarà facile» osserva Sergio Merz.

«Chi chi gestirà ora tutto il settore? I politici, tramite i servizi. Ma i servizi fanno ciò che dice la giunta. Nel Comitato sedevano cacciatori ed ambientalisti, ora non ci saremo più ma in Consiglio provinciale i cacciatori sono almeno tre. La Lega è un partito filo venatorio per eccellenza. Forse vi siete dimenticati che quest’anno, per la prima volta, l’assessora Zanotelli ha cancellato l’appuntamento informativo per presentare, al Muse, il report sui grandi carnivori? Non è un caso. Si vuole invece fare allarmismo, ingiustificato, come avviene per i lupi e gli orsi» osserva la Lipu.

Ma come sta la fauna in Trentino? «Il Comitato faceva i piani di prelievo, le prescrizioni tecniche, ora non si sa. I tempi sono stretti. Posso dire che non ci sono problemi per caprioli, cervi, camosci e cinghiali, presenti in gran numero. Per gli ungulati c’è un grande ricambio, mentre per quanto riguarda i galliformi la situazione è molto più preoccupante. Parlo di coturnice, pernice bianca e gallo forcello. Sono specie a rischio, anzi stanno sempre peggio. La pernice bianca, sino ad ora, è sospesa. Ma lo scorso anno si è permesso di cacciare 23 capi di coturnice in tutto il Trentino. Un numero che fa capire quanto sia ridotta al minino la popolazione della coturnice. Il gallo forcello è stabile ma è pure ridotto ai minimi termini. Si spara anche al tordo sassello anche se è sulla lista rossa al livello internazionale» è la conclusione, amara, di Merz.













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