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Class action contro i sacchetti bio 

L’ha lanciata il Codacons del Trentino per contestare gli addebiti degli shopper



TRENTO. Il Codacons lancia anche in Trentino Alto Adige la battaglia contro i sacchetti biodegradabili a pagamento. L'associazione ha pubblicato infatti ieri sul proprio sito Internet un'azione collettiva attraverso la quale i consumatori della regione possono contestare l'addebito degli shopper sullo scontrino, denunciando la prassi di molti esercizi commerciali di applicare il costo del sacchetto anche quando si acquistano prodotti ortofrutticoli sfusi.

«Siamo a favore di qualsiasi provvedimento a favore dell'ambiente, ma la questione dei sacchetti biodegradabili, così come recepita in Italia, assomiglia più ad una truffa legalizzata che ad una misura per ridurre l'inquinamento da plastica - spiega il presidente Carlo Rienzi -. Questo perché non può essere imposto all'utente il pagamento dello shopper anche nel caso in cui il consumatore acquisti beni sfusi, attaccando lo scontrino direttamente sul prodotto ortofrutticolo pesato».

Con l'azione lanciata il Codacons mette anche a disposizione dei cittadini che hanno acquistato articoli alimentari freschi e sfusi senza chiedere il sacchetto bio, ritrovandosi però addebitato sullo scontrino il costo dello shopper, una denuncia-querela attraverso la quale chiedere alle autorità competenti controlli e verifiche alla luce della possibile fattispecie di truffa.

Il Codacons ha inoltre inviato una formale diffida alla Gdo e alle catene di iper e supermercati che operano anche in Trentino Alto Adige, in cui si intima di permettere ai consumatori di introdurre nei punti vendita della regione buste della spesa e sacchetti riutilizzabili per imbustare frutta, verdura e altri generi alimentari, e di non addebitare loro alcun costo nel caso in cui non usino gli shopper forniti dall'esercizio commerciale.













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