Cgil: «Allarme per la fuga di ferrovieri»

TRENTO. Le dimissioni di 11 capotreno e 5 macchinisti presentate dopo essere stati formati e aver conseguito i titoli abilitativi con costi a carico della Provincia, secondo il segretario della Filt...



TRENTO. Le dimissioni di 11 capotreno e 5 macchinisti presentate dopo essere stati formati e aver conseguito i titoli abilitativi con costi a carico della Provincia, secondo il segretario della Filt Cgil Stefano Montani, preludono ad un scenario preoccupante sulla solidità del contratto di servizio stipulato tra Trenitalia e Provincia per la linea della Valsugana dal luglio 2016 al giugno 2024. «Si prevede una progressiva dismissione di tracce da parte di Trenitalia con un conseguente aumento di corse da parte di Trentino Trasporti al quale la Pat ha affidato il servizio. La preoccupazione è che il percorso di affidamento possa essere messo in discussione dalla carenza di personale viaggiante. Senza sottovalutare il fatto che il personale che si è dimesso dopo la formazione a carico della Provincia, sia passato ad altre imprese ferroviarie». Montani sottolinea come la motivazione alla base delle dimissioni sia economica: «Il ontratto applicato da Trenitalia o Italo è economicamente molto più vantaggioso rispetto a quello dell’Autoferrotranvieri praticato da Trentino Trasporti».

Per questo motivo la Filt Cgil ha contattato l'assessore alle Infrastrutture Gilmozzi per organizzare un incontro con le organizzazioni sindacali per avere certezze sul futuro e sulle prospettive della linea ferroviaria Trento – Bassano e per conoscere anche le contromosse previste dalla Provincia». (d.p.)















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