Cavalese, pochi i votanti: il referendum è nullo 

Non passa il quesito sulla realizzazione del nuovo teatro. Il quorum è sfuggito di un soffio: servivano altri 69 cittadini. La soglia superata solo al seggio 2


di Luciano Chinetti


CAVALESE. Il referendum popolare sul teatro comunale, avvenuto ieri a Cavalese, non ha raggiunto il quorum del 30% e così è risultato nullo. Alla chiusura dei seggi, alle 22, si erano recati alle urne solo 918 aventi diritto al voto, 69 in meno del numero necessario a convalidare il risultato (servivano 987 votanti). Al seggio 1 i votanti sono stati 370 mentre al seggio 2 (l’unico che ha superato di un soffio il quorum) 377 e al seggio 3 i votanti sono stati 171. Poco dopo le 19 al seggio della frazione di Masi aveva votato poco più del 14%.

Anche se il referendum non è valido ha vinto il sì, vale a dire i cittadini che sono andati alle urne ieri confermavano la volontà di voler ricostruire il teatro con le stesse caratteristiche di quello di prima, pur con i necessari adattamenti tecnologici e di sicurezza. Il referendum di ieri, purtroppo, più che occuparsi di una scelta importante, come quella della ricostruzione del teatro, come è noto andato distrutto da un incendio nel 2013, è diventato un nuovo strumento di polemica e scontro tra maggioranza e opposizione. Sono riaffiorati anche la vecchia ruggine e i rancori del passato tra ex consiglieri comunali, che un tempo sedevano sui banchi della maggioranza. Ma ieri molti cittadini hanno preferito approfittare della bella giornata di sole per andare in gita, accogliendo in sostanza le sollecitazioni fatte, anche se in forma privata, dallo stesso primo cittadino Silvano Welponer, che in momenti diversi aveva invitato la popolazione a disertare le urne poiché il quesito referendario, a suo dire, era troppo generico e non permetteva di comprendere il vero senso del problema.

Ma la consultazione referendaria sul teatro comunale era partita già con il piede sbagliato. Era stata infatti costituita una commissione “neutra”, che neutra non era poiché comprendeva solo componenti eletti dalla maggioranza. Il gruppo di opposizione composto dal capogruppo Beppe Pontrelli, Franco Corso e Bruna Dalpalù aveva infatti presentato ricorso alla delibera per il mancato rispetto del principio della rappresentatività, ma il ricorso era stato respinto. Che cosa succederà ora che il referendum è bocciato? La maggioranza guidata dal sindaco Welponer proseguirà sulle sue scelte consentendo alla Patrimonio del Trentino di completare il progetto avviato dall’architetto Christian Zattara. Il progetto dovrà passare anche attraverso il consiglio comunale ma arriverà in pratica con le scelte già fatte e i 5 consiglieri dell’opposizione, Pontrelli, Corso e Dalpalù, ma anche Mario Rizzoli e Tiziano Berlanda potranno solo astenersi o votare contro, pur rappresentando una buona fetta della popolazione.

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