«Casa per i senzatetto la Bolghera può accogliere» 

Un gruppo di residenti del quartiere si schiera a favore del progetto proposto dal Comune in via Coni Zugna: «Sono persone fragili che provano a reinserirsi»



TRENTO. Ci sono le paure: «Ho due figlie femmine, chi mi garantisce per la loro sicurezza?». Le lamentele all’indirizzo del Comune: «Una scelta imposta, dovevate consultare prima i residenti». La rabbia, anche: «Mandateli alle Albere!», ha detto qualcuno.

Ma c’è stato anche dell’altro nell’assemblea pubblica di lunedì scorso in Bolghera, dove il Comune e la circoscrizione hanno presentato al quartiere il progetto di una casa per i senzatetto a cui destinare un villino comunale in via Coni Zugna.

Un gruppo di abitanti, che all’assemblea ha partecipato, ha scritto al giornale per esprimere il proprio punto di vista, già emerso anche nel corso dell’assemblea con l’assessora Mariachiara Franzoia, la presidente della circoscrizione Simonetta Dellantonio e il coordinatore della cooperativa Villa Sant’Ignazio Massimo Comaz. L’edificio di via Coni Zugna sarà destinato ad ospitare gli attuali residenti di «Casa Orlando» di via San Giovanni Bosco (che dev’essere liberata per far spazio ai nuovi progetti urbanistici), sedici persone senza fissa dimora inserite in un progetto dedicato a contrastare l’emarginazione sociale, gestito appunto da Villa Sant’Ignazio.

«Chi avesse partecipato solo alla prima parte dell’assemblea - scrivono i residenti - potrebbe aver ricavato l’impressione di un atteggiamento di rifiuto da parte del quartiere. In realtà ad esprimere preoccupazioni, più che comprensibili, sono state solo alcune persone, quelle che abitano nelle immediate vicinanze dell’edificio, che volevano ottenere rassicurazioni dalle autorità comunali e dagli operatori. Qualcuno ha espresso anche perplessità sulla scelta del Comune di investire risorse in un edificio che, come ha chiarito l’assessora Franzoia, verrà messo in vendita non appena il nuovo piano regolatore consentirà il cambio di destinazione. E qualcun altro ha detto che avrebbe preferito essere coinvolto prima e non a decisione presa. Ma la presidente della Circoscrizione ha chiarito che il Comune aveva già coinvolto il consiglio di Circoscrizione, il quale aveva espresso parere positivo».

Per il resto - raccontano - «tutti gli interventi della serata sono stati sostanzialmente concordi nel sottolineare la necessità di un atteggiamento di accoglienza verso persone che per i motivi più vari versano in condizioni di difficoltà e non hanno una casa in cui dormire. Si tratta di persone di età e condizione diversa, tutte seguiti dai servizi sociali del Comune, per le quali sono stati approntati percorsi di reinserimento sociale e lavorativo».

Tra i vari interventi della serata, uno ha ricordato la presenza di numerosi servizi sociali sul territorio della Bolghera destinati a diversi tipi di “fragilità”, e anche quello dei "senza tetto" è un problema di "fragilità" umane esistenti nella nostra società: dal Servizio per le tossicodipendenze alla comunità di accoglienza minori, dal Villaggio del fanciullo ai vari appartamenti protetti, dalla Casa Padre Angelo per “ragazze madri” alla casa di accoglienza per malati oncologici e loro familiari, da Trentino Solidale alla struttura per ospitare mamme con bambini in terapia neonatale, ai laboratori Anffas, senza contare le numerose associazioni di volontariato sociale. Qualcuno ha sottolineato che le paure vengono da ciò che non si conosce e si superano un po’ alla volta, stabilendo relazioni: «Non sono i carabinieri né le telecamere a risolvere i problemi sociali, mentre un atteggiamento di accoglienza può aiutare le persone in difficoltà a vivere una vita più dignitosa: si tratta di salutare, di scambiare qualche parola, di far sentire che non li si considera estranei». Un rappresentante degli scout del quartiere ha assicurato la disponibilità degli scout a dare una mano dove serve e infine uno degli ospiti di Casa Orlando ha spiegato ai presenti, con parole semplici ma coinvolgenti, la propria situazione e quella di tante persone come lui che, improvvisamente e per i motivi più diversi - perdita del lavoro in età avanzata, gravi lutti familiari, separazioni, malattie - si sono trovate senza casa, senza amicizie, senza affetti. (ch.be.)















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