il dramma

Caccia, la partenza con una tragedia

Malore fatale per un cacciatore di Pinzolo in val d’Agola. Magro il carniere a causa del maltempo. Nessun incidente


di Francesca Quattromani


TRENTO. Antonio Lorenzetti, 70 anni di Pinzolo, ha perso la vita a causa di un malore nel giorno dell’apertura della caccia in Trentino. E’stato trovato nel pomeriggio di ieri nei pressi del suo appostamento, tra Val Brenta e Val d’ Agola, in valle Rendena. A dare l’allarme il fratello. Lorenzetti era un socio della sezione cacciatori di Pinzolo. Il presidente dell’Associazione Cacciatori, Carlo Pezzato esprime così il suo cordoglio «Siamo vicini alla famiglia nel doloroso momento». L’allarme è scattato alle 17.10, in valle Rendena, tra la val Brenta e la val d’ Agola. Siamo sul versante che sovrasta la val Brenta, a circa 1400 metri, dove Lorenzetti aveva la sua postazione di caccia. Sul posto gli uomini del soccorso alpino e l’elicottero. Il palco a circa 15 minuti di auto da Sant’ Antonio di Mavignola. Per raggiungere la postazione ne servono altri 15 a piedi. Tra pioggia e nebbia bassa, a nulla sono valsi i soccorsi. Il malore ha colpito troppo in fretta.

Nel primo giorno di caccia non sono stati registrati incidenti, in Trentino. «Segno della responsabilità di chi maneggia le armi in ambito venatorio - appunta il presidente Pezzato-. Carnieri leggeri, questo sì, a causa della forte perturbazione che ha interessato il Trentino. Nebbia in alta quota e nel fondovalle. Sono queste le cause per le quali non sono stati raggiunti i livelli di prelievi degli anni precedenti. Il tempo ha dettato le regole». Per capire quanto effettivamente il maltempo abbia pesato sui numeri di questa apertura di stagione venatoria, però, è ancora presto. Il primo giorni di attività, ieri, si è concluso alle 20. Si dovrà fare quindi la conta dei carnieri di valle in valle. Il dato annunciato comunque rimarrà: un inizio sotto tono. Le doppiette in Trentino sono 6360, poco più di 100 le donne, attorno ai 40 anni. Secondo la legge, il cacciatore inizia la sua attività un’ora prima del sorgere del sole e la chiude un’ora dopo il tramonto. Le ore più propizie sono quelle della sera. Ieri però gli animali sono rimasti fermi, non si sono mossi. Sagome nascoste dalla nebbia, battute dalla pioggia. All’apertura di attività, l’80% dei cacciatori ha praticato l’arte dalla propria postazione. La stagione chiude il 31/12 per cervo e capriolo, il 15 dicembre per il camoscio, il 20 ottobre per il maschio di capriolo. Nonostante la stagione secca, che ha causato il deficit idrico anche in Trentino, non è stata registrata una siccità tale da compromettere l’esistenza delle popolazioni selvatiche. Per questo anche il Trentino non ha raccolto gli appelli delle associazioni animaliste che chiedevano lo stop alla caccia a causa della siccità.













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